ROMA - Sono 200 le opere scelte per presentare al pubblico la vasta attività creativa di uno dei maggiori interpreti del dibattito artistico italiano e internazionale del XX secolo, Corrado Cagli, che a partire da venerdì 8 novembre 2019 sarà protagonista della mostra “Corrado Cagli. Folgorazioni e Mutazioni”, ospitata a Palazzo Cipolla.
Come spiegato dal curatore Bruno Corà “l’arte di Cagli esige oggi nuove riflessioni”. La mostra romana dunque consente di indagare “con i nuovi strumenti critici a disposizione, l’attualità della lezione di Cagli, la cui azione proteiforme non cessa mai di stupire e di esercitare stimoli ad artisti chiamando oggi a declinare i modi della sua incessante ricerca e dei suoi esiti più alti.”
Il Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro Internazionale, che promuove la mostra, evidenzia come già dagli anni ’30 Cagli fosse “una figura di spicco dell’arte italiana”, l’artista infatti prese parte a numerose rassegne internazionali e fu visto come “un'alternativa al Futurismo da una parte e alla tradizionale arte del Novecento dall’altra”. “Successivamente, - rammenta Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele - la condizione precaria e lo stile di vita nomade del periodo di esilio americano lo portano a produrre arte con quella che il saggista Raffaele Bedarida ha definito ‘schizofrenia stilistica’, cosa che ha reso i lavori di quel tempo assai 'significativi a livello personale e non solo'. Inoltre, una caratteristica fondamentale di Cagli è certamente lo sforzo continuo verso la contaminazione, cercando collaborazioni al di fuori dei confini di una singola disciplina: non solo con letterati ma anche con musicisti, architetti, matematici e molto altro. In questo senso, egli è un artista fortemente e incredibilmente contemporaneo, ed è importante, a mio avviso, ricordarne e riproporne oggi l’incessante, variegata e mai banale ricerca espressiva.”
L’esposizione mette in evidenza alcuni dei momenti iconici della pittura di Cagli, riunendo per l’occasione anche alcuni dei pannelli costituenti il ciclo esposto e in parte censurato all’Esposizione Universale di Parigi del 1937. Sono altresì presenti alcune opere esposte nella mostra di rientro in Italia, dopo l’esilio americano, allo Studio d’Arte Palma nel 1947, che suscitò un'azione di contrasto degli artisti del gruppo Forma.
Sarà possibile inoltre ammirare il monumentale cartone della pittura murale eseguita per la XXI Biennale di Venezia del 1938, Orfeo incanta le belve, mentre una sezione sarà incentrata sull’attività di scenografo e costumista teatrale.
Il catalogo, edito da Silvana editoriale e introdotto da un saggio critico del curatore Bruno Corà, con prefazione del Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, presenta, tra gli altri contributi, i saggi di Aldo Iori, Federica Pirani, Angelo Calabrese, Rita Olivieri, Marco Tonelli, Antonella Renzitti, Claudio Spadoni e Adachiara Zevi, oltre a un considerevole apparato storico critico e una selezione degli scritti dell’artista a cura di Giuseppe Briguglio dell'Archivio Cagli di Roma.