ROMA - Straordinarie opere in bronzo, oro, giada e terracotta, che vanno dall’età del bronzo (II millennio a.C.) fino all’epoca Han (II secolo d.C.), rinvenute nei siti di Sanxingdui e Jinsha e provenienti da importanti istituzioni cinesi come il Museo di Sanxingdui, il Museo del Sito Archeologico di Jinsha, il Museo del Sichuan, il Museo di Chengdu, l’Istituto di ricerca di reperti e archeologia di Chengdu, il Museo di Mianyang, il Museo Etnico Qiang della Contea di Mao, compongono la mostra “Mortali Immortali, tesori del Sichuan nell’antica Cina”.
Una rassegna a cura di Wang Fang, archeologa e vice direttrice del Museo di Jinsha, organizzata da ChinaMuseum International con il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura, che mette in dialogo la civiltà cinese e la millenaria storia di Roma.
Filo conduttore della mostra è il Fiume Azzurro (Yangtze), che come il Tevere per Roma, ha segnato la nascita del popolo di Shu.
In mostra il Fiume è tracciato sull’installazione dorata ispirata a un dragone cinese che invade lo spazio centrale della Grande Aula dei Mercati, accogliendo i visitatori. Il pubblico avrà la possibilità di conoscere i tratti distintivi del popolo Shu, scoprendo la genesi e l’evoluzione degli elementi religiosi e sociali, senza tralasciare la naturale predisposizione alla creatività, all’eleganza e alla bellezza di questo popolo.
Due le sezioni che articolano il progetto espositivo: la prima dedicata alla Cultura religiosa dello stato di Shu, la seconda alla vita quotidiana del popolo Shu.
La mostra, precedentemente ospitata a Napoli, dove sono state esposte oltre 130 opere, è stata arricchita di 15 nuovi prestiti, tra i quali spiccano in particolare le due maschere e una testa di bronzo di Sanxingdui, ognuna fortemente caratterizzata.
Accompagna l’esposizione un prestigioso catalogo della casa editrice Gangemi Editore International.