MILANO – È stato presentato il 5 aprile alla Pinacoteca di Brera, il volume di Francesco Leone dal titolo “ANDREA APPIANI pittore di Napoleone”, una monografia sul maggiore pittore neoclassico italiano. Artista totale, pittore a olio sperimentale, frescante profondamente innovatore, disegnatore sublime, autore di scenografie teatrali, di apparati effimeri, regista delle feste del nuovo potere, Appiani è una figura complessa e talvolta inafferrabile. La monografia di Leone rappresenta quindi un importante lavoro di ricostruzione del suo operato, frutto di una lunga ricerca.
Il libro si presenta come un valido strumento per addetti e non ai lavori, capace di far comprendere e in un certo senso ridare lustro alla straordinaria figura, affievolitasi col tempo, di questo pittore, il cui lavoro è stato costellato anche di perdite e distruzioni. La maggiore opera di Appiani, ovvero i “Fasti di Napoleone”, da lui eseguita nel Palazzo Reale di Milano tra il 1807 e il 1810, dopo essere stato nominato il pittore ufficiale dell’Imperatore, fu infatti distrutta dai bombardamenti aerei del 1943. Come spiega l’autore: “La sopravvivenza dei Fasti e di quegli affreschi – uno straordinario caleidoscopio di forme e cromie sperimentali, di ideale classico e naturalismo lombardo, che decretò per il pittore il titolo di primo frescante d’Europa – avrebbe più velocemente avviato (questo è certo) il dovuto recupero dell’artista in seno alla storiografia artistica del secondo Novecento”.
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