CESENA – “Non è la prima edizione, ci sono state mostre bellissime organizzate a Roma, a Cagliari, a Bari, a Londra, ma questa rappresenta uno sviluppo, in quanto contiene degli elementi di novità”. – Spiega Pietro Folena, Presidente dell’Associazione MetaMorfosi, durante la conferenza stampa della mostra “Gramsci. I quaderni del carcere e le riviste ritrovate” alla Biblioteca Malatestiana di Cesena – “Gramsci – continua Folena – ha qui un significato non solo simbolico, ma anche politico di grandissima attualità. Devo menzionare l’associazione ‘Radici della Sinistra, che in sede territoriale lavora per coltivare – come dice il nome stesso – lo studio e la conoscenza delle ‘radici’ della sinistra. Celebriamo inoltre un importantissimo intellettuale come Renato Serra, nato nel territorio e per il quale Gramsci nutriva un’ammirazione grandissima”.
Presenti all’inaugurazione, oltre ai curatori Gianni Francioni, Francesco Giasi e Luca Paulesu, il Sindaco di Cesena Paolo Lucchi, Christian Castorri, Assessore alla Cultura del Comune di Cesena, Massimo Mezzetti, Assessore Cultura, Politiche giovanili e Politiche per la legalità della Regione Emilia-Romagna.
In questa edizione la mostra, che col tempo e nei passaggi da una città all’altra, si è man mano arricchita, aggiunge ai trentatré quaderni, scritti fra il 1929 e il 1935, i due ricevuti a Turi nel 1933 lasciati in bianco – mai esposti in precedenza – e alcune riviste recentemente ritrovate a Ghilarza. Ma non solo, un’ulteriore integrazione è infatti costituita dai libri provenienti dalla biblioteca che Gramsci aveva messo insieme da giovane e da alcuni dei foglietti superstiti di un ampio schedario bibliografico che aveva compilato negli anni del liceo e dell’università.
Il primo quaderno viene “inaugurato” da Gramsci l’8 febbraio 1929 e, sino al novembre 1933, quando lascerà Turi per una clinica di Formia, compilerà 21 dei 33 quaderni di annotazioni, traduzioni, riflessioni.
Le riviste in esposizione sono il risultato di un ritrovamento, avvenuto nel 2018, nella soffitta della casa di Ghilarza abitata fino alla morte da Teresina Gramsci Paulesu, sorella prediletta di Antonio. Si tratta di un’intera collezione di circa 280 numeri di sette diverse testate, alle quali Gramsci era abbonato (“Il Marzocco”, “Le Cronache letterarie”, “La Lupa”, “Piemonte”, “La Voce”, “Patria. Giornale dell’idea liberale”, “L’Unità. Problemi della vita italiana”), risalenti al periodo compreso fra il 1907 e il 1914.
“Questo progetto della Fondazione Gramsci – sottolinea Folena – trova qui un’edizione molto particolare perché, oltre a far visionare i quaderni del carcere di Antonio Gramsci, permette di capire quale sia stata la sua formazione, questa specie di miracolo laico, che spingeva un ragazzino, nel cuore della Sardegna all’inizio del secolo passato, ad abbonarsi a queste riviste, a leggere libri, a studiare, a conoscere. Trovo molto bello si possa mostrare, insieme ai quaderni, questo emozionante racconto di un Gramsci che non è diventato speciale, ma che in qualche modo era già speciale” – conclude il presidente di MetaMorfosi.
La mostra offre anche la possibilità di sfogliare e ingrandire le pagine dei manoscritti attraverso schermi touch screen; anche riviste, libri e schede bibliografiche sono riproposti in formato digitale. In particolare si può ammirare anche la grafia di Gramsci che, sebbene minutissima, risulta di facile lettura grazie alla sua regolarità e all’assenza di segni di ripensamento. Le immagini dei libri sono inoltre affiancate da giudizi tratti da scritti di Gramsci.
A corredo della mostra un catalogo pubblicato da Metamorfosi edizioni.
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Vademecum
GRAMSCI.
I QUADERNI DEL CARCERE E LE RIVISTE RITROVATE
Cesena
Biblioteca Malatestiana
Dal 17 gennaio al 31 marzo 2019
Orari: lunedì 14 – 16; da martedì a sabato 9 – 16; domenica e festivi 10 – 16
Info: I.A.T. Comune di Cesena, Piazza del popolo 9; tel. 0547 356327
iat@comune.cesena.fc.it