GENOVA – Il 13 luglio del 2017 i militari del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, in particolare la Sezione Falsificazione e Arte Contemporanea, avevano posto sotto sequestro 21 delle opere esposte presso il Palazzo Ducale di Genova, nell’ambito della Mostra dedicata ad Amedeo Modigliani.
La Procura di Genova ha ora concluso la fase preliminare dell’inchiesta e ha proceduto alla notifica di sei avvisi di conclusione indagini a carico di altrettanti soggetti, a vario titolo indagati per i reati di ricettazione, messa in circolazione nel territorio dello Stato di opere false/contraffatte, falso materiale e falso ideologico.
“Tra gli indagati – specificano i Carabinieri – assume un ruolo di spicco la figura di un gallerista e collezionista americano punto di riferimento del Presidente del Comitato di Direzione della Mostra, il quale oltre ad essere il proprietario di 2 opere, ha fatto da collettore per il prestito di due terzi delle opere oggetto di sequestro”.
I militari dell’Arma sottolineano inoltre che l’attività investigativa preliminare, condotta con l’ausilio di consulenti esterni quali storici ed esperti d’arte, ha consentito all’Autorità Giudiziaria di emettere un provvedimento di sequestro relativo a 21 opere esposte, tra dipinti e disegni (di cui 15 attribuiti a Amedeo Modigliani, 3 all’opera congiunta di Modigliani e Moise Kisling e 3 a Kisling), poiché considerati non autentici. Si tratta di opere che, dopo avere peregrinato in giro per il mondo in mostre o eventi di modesta visibilità, sono nella prestigiosa vetrina del Palazzo Ducale di Genova con una mostra organizzata da leader del settore, trovando eco mediatica di respiro internazionale.
In una nota del Comando Carabinieri TPC si legge ancora: “É opportuno sottolineare il tempismo di certe iniziative tenendo conto che il prossimo anno ricorrerà il centenario dalla morte del maestro livornese. Innumerevoli saranno, infatti, le manifestazioni organizzate per ricordare l’opera di Amedeo Modigliani che, allo stesso tempo, inevitabilmente avranno riflesso sul mercato dell’arte, fisiologicamente pronto a far salire le quotazioni delle sue opere”.
Infine prosegue la nota “per contestualizzare il potenziale volume d’affari basti pensare che, una delle opere in sequestro, il ‘Nudo disteso’, verosimilmente acquistato nel 1995 per $ 250 mila dollari presso un porto franco degli U.S.A., nella circostanza della mostra di Genova, è stato assicurato per 42 milioni di Euro. Allo stato attuale per l’artista livornese, seppure oggetto di studio da parte di moltissimi e competenti storici dell’arte, purtroppo, non esiste alcun organismo legale, affidabile ed autorevole, che abbia come fine ultimo la tutela e la catalogazione scientifica della sua produzione artistica”.
Le indagini “particolarmente lunghe e complesse” – hanno spiegato i Carabinieri – oltre alle “tradizionali tecniche investigative (intercettazioni telefoniche, pedinamenti, acquisizione ed analisi di copiosa documentazione amministrativa e bancaria), sono state implementate dal prezioso e fondamentale supporto tecnico scientifico fornito dal Raggruppamento Investigazioni Scientifiche Carabinieri di Roma che ha svolto esami finalizzati alla caratterizzazione dei materiali impiegati per la realizzazione delle opere mediante tecniche non invasive”. Poiché le opere sono in larga parte possedute da cittadini stranieri“gli investigatori hanno espletato diverse Commissioni Rogatorie Internazionali, con il supporto delle competenti Forze di Polizia, negli Stati Uniti d’America, Svizzera, Francia, Israele e Olanda”.