MILANO – Il Cenacolo e la Pinacoteca di Brera sono rimasti chiusi oggi, altri invece aperti parzialmente, come nel caso della biblioteca Braidense di Milano, le Grotte di Catullo, il Castello Scaligero a Sirmione (Brescia) e il Palazzo Ducale di Mantova. Senza alcun preavviso, ovviamente molti turisti si sono ritrovati con le porte di alcuni musei chiuse in faccia. Ma alcuni rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil hanno spiegato che la colpa della chiusura non è da imputare a loro. “Il diritto di sciopero deve essere contemperato con il godimento dei diritti alla persona, costituzionalmente tutelati, tra cui è compreso anche quello all’apertura al pubblico dei musei e luoghi della cultura; la delicata questione è regolata da uno specifico accordo” del 23 febbraio scorso che prevede entro 60 giorni la definizione di accordi locali finora non fatti. “Nel caso del Cenacolo Vinciano – hanno aggiunto -, proprio in virtù della necessità di prenotare la visita al museo spesso con notevole preavviso, le Organizzazioni Sindacali si sono fatte carico di sollecitare la Direzione del Polo Museale a convocare un incontro che avrebbe consentito una fruizione almeno parziale dei dieci Musei, che gestisce, nella giornata di sciopero; la convocazione è arrivata a meno di dodici ore dall’inizio dell’agitazione, ma l’Amministrazione non ha presentato alcun piano valutabile in termini di numeri di personale da utilizzare, spazi espositivi da garantire, organizzazione dei turni”. Quindi non c’è stato nessun accordo, ma allo stesso tempo la direzione “sembrerebbe non aver avviato le procedure di precettazione” e “gravemente” non aver informato i visitatori prima di oggi, né aver disdetto le prenotazioni. E il risultato, con il pubblico che ha trovato le porte del Cenacolo chiuse, secondo i sindacati è un evidente “il danno d’immagine”.
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