ROMA – Il presidio sotto il Ministero dei Beni culturali che si è svolto nella giornata del 22 aprile, organizzato dalle sigle sindacali Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Pa, per protestare contro la mancata valorizzazione dei lavoratori dei servizi pubblici alla cultura, non ha sortito l’effetto desiderato. I sindacati auspicavano infatti un incontro con Dario Franceschini, ma a quanto pare l’incontro tra ministro e delegazione sindacale non è di fatto avvenuto. “Dal ministro l’ennesimo no. La nostra mobilitazione sarà più forte”. Questo quanto hanno dichiarano i sindacati a margine della protesta.
Tanti i lavoratori presenti alla manifestazione, architetti, archivisti, bibliotecari, archeologi, vigilanti, addetti al front-office, e in tanti hanno denunciato la grave situazione che coinvolge il ministero a causa della mancanza di assunzioni. Altro che “concorso dei 500”, hanno detto Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Pa: “rispetto alle professionalità altamente specializzate che occorrono per garantire la tutela, la fruizione e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale, e rispetto ai vuoti funzionali che si stanno creando nel Mibact tra assottigliamento degli organici e blocco pluriennale dei contratti, è una goccia nel mare”. “Abbiamo chiesto – hanno continuato i sindacati – un piano di assunzioni serio, senza il quale questo Ministero arriverà a perdere per pensionamento circa un terzo del suo personale (dal 2010 al 2020). Abbiamo chiesto percorsi di crescita professionale per i dipendenti. Abbiamo chiesto il rinnovo del contratto, per il Mibact come per tutta la Pa”.
Il fatto che tanti lavoratori abbiano preso parte al presidio “è il segnale di una situazione di disagio che dura da troppo tempo” – hanno sottolineato ancora i sindacati. “Il primo asset su cui puntare – hanno infine concluso i sindacati – sono i professionisti e le loro competenze. Per questo la nostra mobilitazione si farà ancora più forte”.