BARI – L’Uomo di Altamura, il più antico Neanderthal dal quale è stato estratto il dna arcaico, con una datazione compresa fra i 130 ed i 170 mila anni fa, è stato ricostruito da due paleo-artisti olandesi Adrie e Alfons Kennis, fra i più qualificati al mondo in ricostruzioni paleoantropologiche. I due paleo-artisti hanno realizzato una ricostruzione iperrealistica, presentata ad Altamura. L’uomo aveva particolari caratteristiche: un corpo tarchiato, il bacino largo, una statura non elevata – circa 1 metro e 65 cm – la fronte sporgente, il cranio allungato posteriormente, il naso molto grande.
Lo scheletro dell’antico Neanderthal ritrovato nella grotta di Lamalunga, a grandezza naturale, è stato riprodotto grazie a rilievi sulle ossa realizzati con il laser scanner, una tecnica non invasiva che permette di “ricostruire” virtualmente l’intero scheletro. La ricostruzione di Adrie e Alfons Kennis, combina dunque dati scientifici ed interpretazione “artistica”. La ricostruzione è ispirata alle informazioni raccolte finora dagli scienziati. Le ricerche sono state condotte da un’équipe guidata dal paleoantropologo dell’Università La Sapienza di Roma, Giorgio Manzi.
L’abitante di Lamalunga è stato scoperto nel 1993 durante un’esplorazione speleologica. La datazione, per la precisione, oscilla fra i 128.000 ed i 187.000 anni fa (in media 150.000), è quindi un Neanderthal tra i più arcaici. Sicuramente il più antico fra quelli a cui è stato estratto il dna.
L’assessore alla cultura della Regione Puglia, Loredana Capone, in una nota ha così commentato la ricostruzione: “Il Polo museale di Altamura, grazie anche alla importanza del ‘suo uomo’ a partire da oggi può diventare un potente attrattore per i viaggiatori in Puglia. Per questo sarà molto importante che la fruibilità e la gestione del Polo siano in linea con l’impegno della Regione a favore del recupero dei beni culturali e dell’immenso patrimonio di cui la Puglia dispone, sempre più nella direzione di valorizzare il bene sulla base di un progetto che garantisca non solo il restauro, ma anche la fruibilità nel modo il più innovativo possibile”. Per l’assessore pugliese “non è più immaginabile di restaurare le nostre bellezze e poi lasciarle chiuse a deperire nuovamente senza un progetto di utilizzo per la comunità e per i turisti e senza generare economia e occupazione per le imprese culturali e creative. Altamura sta progettando il suo futuro rendendo noto al mondo il suo grande patrimonio. La Regione – conclude Capone – sarà accanto e ne terrà conto sia nel Piano strategico del Turismo che in quello per la Cultura”.