FIRENZE – Il 3 maggio a causa di uno sciopero generale di tutte le categorie in Toscana, gli Uffizi e la Galleria dell’Accademia hanno avuto un orario ridotto, hanno infatti chiuso alle 13,30 a fronte di un normale orario di apertura fino alle 18,50. A Palazzo Pitti invece la Galleria Palatina e quella di arte moderna sono rimasti chiusi tutto il giorno, mentre Boboli e il museo degli Argenti sono rimasti regolarmente aperti fino alle 18,30. Orari regolari sono stati mantenuti anche alle cappelle Medicee e al Bargello, aperti fino alle 17.
Ma il problema per quanto concerne le Gallerie degli Uffizi non è stato legato soltanto alla riduzione dell’orario ma anche alla chiusura di 30 sale espositive. A denunciare questa situazione è stato il coordinatore regionale del sindacato Confsal-Unsa Beni culturali Learco Nencetti. La nota diffusa dal sindacato infatti spiega che i visitatori sono entrati in Galleria pagando 12,50 euro di biglietto, più 4,00 euro se avevano la prenotazione, per un totale di 16,50 euro a persona, ma hanno trovato chiuse le seguenti sale:
1 Sala del duecento
17 Stanzino delle Matematiche
25-34 Ghirlandaio, Perugino, Signorelli…
46-56 Sale Blu (o degli Olandesi)
62-63 Vasari e Allori (o dell’Ademollo)
95-100 Sale Gialle (seicento Fiorentino e Senese)
Nencetti ha così commentato: “E meno male che ci stava il Protocollo di Intesa stipulato tra le stesse OO.SS. Cgil, Cisl e Uil e l’Amministrazione per dare attuazione all’Accordo Collettivo Nazionale in materia di norme di garanzia dei servizi pubblici essenziali in caso di sciopero che prevede, in caso di sciopero agli Uffizi l’apertura del museo con il 50% dell’orario, quindi apertura fino alle ore 13.50 (metà giornata) con il rispetto della completezza del servizio, ossia, tutte le sale regolarmente aperte. Un Protocollo di Intesa di cui certo non andar fieri visto che di fatto è stata aggirata la soglia che prevede la totale apertura degli spazi – ha precisato il sindacalista – dove, ordinariamente occorrono circa 52 custodi per turno, mentre ieri invece, secondo il protocollo firmato dalle stesse OO.SS. che hanno indetto lo sciopero sono state previste solo 28 unità di ruolo in servizio. Insomma – ha attaccato ancora Nencetti –, un’altra giornata da dimenticare di questa gestione, non-gestione, dei direttori-manager fatta di annunci di faraoniche promesse e poi, alla prima verifica, si risolve tutto con una bolla di sapone”.