ROMA – Il 31 maggio è stata firmata una Convenzione tra l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro e i Musei Vaticani. Alla cerimonia che si è svolta nella Sala delle Conferenze dell’Istituto, hanno partecipato oltre al direttore dell’ISCR, Gisella Capponi e al direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci, anche Donatella Cavezzali, direttore della Scuola di Alta Formazione Iscr e Ulderico Santamaria, dirigente del Laboratorio di diagnostica per la conservazione e il restauro dei Musei Vaticani.
Questa firma come spiegano Gisella Capponi e Antonio Paolucci, “ratifica una collaborazione intensa e reciproca che di fatto prosegue da anni”. Davvero da tanti anni, se si pensa che nel 1943, Cesare Brandi, allora direttore dell’Istituto, per salvare le attrezzature dei laboratori dalla guerra, corse a trasferirle proprio in Vaticano. Una collaborazione che è poi proseguita con lavori di restauro congiunti come, tra i tantissimi, anche i restauri sui Bronzi di Donatello alla Basilica di S. Antonio o più recentemente alla Sala delle Cariatidi di Milano, ma anche con uno scambio di professionalità.
La nuova Convenzione ha quindi lo scopo di rafforzare ulteriormente questo reciproco scambio e trasferimento di saperi. Saranno infatti previsti stage degli studenti dell’Istituto presso i grandi cantieri del Vaticano e viceversa anche professionisti che seguiranno specializzazioni e aggiornamenti presso l’Istituto.
Osserva Antonio Paolucci: “L’insieme dei laboratori di restauro vaticani e l’Istituto Superiore per la Conservazione e Restauro sono due realtà che si trovano a meno di un chilometro di distanza l’una dall’altra, tutte e due in Trastevere. Ci sono scambi continui, quotidiani. Ma finora non c’è mai stata una carta di fondazione, una normazione condivisa. Oggi l’abbiamo fatta ed è per questo che sono molto contento”.
Attualmente sono diversi gli interventi congiunti messi in atto dalle due istituzioni, in particolare quelli su alcune sculture policrome su pietra provenienti da Orte, e quelli su una tavola di San Bartolomeo, databile agli inizi del 15esimo secolo, realizzata da un autore della Scuola toscana e proveniente da Palazzo Pitti.