ROMA – Arriva al MaXXI di Roma Shahzia Sikander, l’artista di origine pakistana, con una mostra dal titolo SHAHZIA SIKANDER: ECSTASY AS SUBLIME, HEART AS VECTOR (L’estasi come sublime, il cuore come vettore). L’esposizione, a cura di Hou Hanru e Anne Palopoli sarà aperta al pubblico dal 22 giugno al 23 ottobre 2016.
Spiega Hou Hanru: “Il lavoro di Shahzia Sikander è uno scoppio di energia, immaginazione, creatività. La sua arte è spinta dalla curiosità verso ciò che è successo in passato, in patria, e, soprattutto, per ciò che succederà in futuro nel mondo”. Mentre Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI, dichiara: “Shahzia Sikander è un’artista che travalica e compenetra le tradizioni culturali – dice Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI – può rivendicare le proprie radici perché sa parlare a tutto il mondo”.
L’artista che vive e lavora a New York realizza un lavoro molto fluido, poetico e allo stesso tempo complesso. Utilizzando il disegno e l’acquerello, l’artista
esplora la miniatura di tradizione indo persiana e la fa diventare una forma di “resistenza e innovazione”, allo stesso tempo utilizza e sperimenta la tecnologia del video e dell’animazione digitale. Nei suoi lavori, un intreccio di riferimenti storici, letterari e politici sofisticati danno voce alla complessità di temi universali come i cambiamenti geopolitici, la migrazione, la nascita delle nazioni, la religione, l’identità degli individui, la condizione pre e post coloniale e le restrizioni culturali.
Il percorso espositivo, pensato appositamente per il museo, proporrà 30 opere che documentano il suo lavoro dal 2000 a oggi.
L’opera che apre la mostra è Parallax (2013) una video animazione lunga 20 metri realizzata per la Biennale di Sharjah (Emirati Arabi Uniti) e ripensata per gli spazi curvilinei del MAXXI, lavoro che evidenzia la tecnica caratteristica dell’artista che utilizza disegni fatti a mano in animazioni digitali, mettendo in crisi dimensioni e mezzi e mescolando disegno “organico” e “artificiale”.
Accanto a questa grande opera, in una sorta di wunderkammeral centro della Galleria 5 che ospita la mostra, troviamo una serie di video animazioni, numerosi disegni e stampe tra cui Portrait of the artist composto da quattro disegni dell’artista e un testo scritto dallo scrittore drammaturgo Ayad Akhtar, Premio Pulitzer 2013.La mostra si conclude davanti alla grande vetrata della Galleria 5 dove è allestita The Six Singing Spheres, una nuova serie di disegni ad inchiostro e foglia d’oro realizzata appositamente per la mostra e una installazione site specific composta da una serie di disegni traslucidi, sovrapposti in modo da comporre una struttura scultorea.
In occasione della mostra viene pubblicato un catalogo edito da Bruno con saggi di Hou Hanru, Ayad Akthar, Claire Brendon, Anne Palopoli e una intervista di Alvaro Rodriguez Fominaya.
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