ROMA – È stato il primo pittore ‘maledetto’ della storia, ma anche uno dei più grandi artisti italiani. Una vita a tinte forti, come i suoi quadri, e una morte ancora avvolta nel mistero. Nella puntata di lunedì 18, ospite di Massimo Bernardini, il professor Alessandro Barbero, che ripercorre gli ultimi diciotto anni della sua vita, dal 1692, quando – ventunenne – arriva a Roma dal paese della bergamasca che gli ha dato il nome, al 1610, quando muore a Porto Ercole, propio il 18 luglio, in circostanze ancora misteriose.
Tra questi due estremi, il racconto della sua arte che lo porta ad essere il numero uno sul mercato romano del tempo, con quella sua cifra inconfondibile di volti presi direttamente dal popolo e dai bassifondi della società. Una ‘violenza’ espressiva che si traduce anche nella sua vita: nel 1602 uccide un uomo durante una rissa. Viene condannato a morte, ma trova rifugio nella Napoli spagnola. Confida ancora nella grazia, vuole tornare a Roma e continua a dipingere perché spera cha la propria arte riuscirà a salvargli la vita. Non sarà così. La sua morte avviene dopo un’aggressione subita a Napoli.