ROMA – Harry Burton fu “l’occhio e la memoria” di Howard Carter a partire da quel 4 novembre 1922, quando l’archeologo riuscì a penetrare la tomba del giovanissimo faraone Tutankhamon. Furono proprio le sue foto, 2.800 negativi su vetro di grande formato, che documentano tutti i reperti, la loro posizione nella tomba e ogni singolo passo del lavoro degli archeologi con una precisione certosina, che trasformò qule ritrovamento archeologico in un evento immortale.
A New York la mostra The discovery of kong Tut, offre la possibilità di rivivere la suggestione e il fascino di quel ritrovamento, con il valore aggiunto delle immagini a colori. Grazie ad una particolare tecnica, infatti, le foto originariamente realizzate in bianco e nero sono state rieditate a colori, e rappresentano il clou dell’esposizione che permette di rivivere i momenti salienti del ritrovamento archeologico più famoso della storia.
Le foto sono state anche montate in un’animazione video che, in maniera molto originale, racconta come in un film la storia degli otto anni di lavori che permisero di studiare e testimoniare le migliaia di reperti individuati nella tomba.
ArteMagazine vi propone uno dei video realizzati con le immagini
e una gallery con le fotografie “colorate” e non più in bianco e nero.
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