ROMA – È stata inaugurata questa mattina al palazzo delle Esposizioni la 16a edizione della Quadriennale d’arte “Altri tempi, altri miti”. Il titolo è ispirato alla raccolta “Un weekend postmoderno. Cronache dagli anni Ottanta” (1990) delloscrittore Pier Vittorio Tondelli (1955-1991) considerata un’opera cult, che offre una narrazione per frammenti dell’Italia attraverso una vertiginosa sarabanda di viaggi nella penisola. Analogamente, la 16a Quadriennale è concepita come una mappatura mutevole delle produzioni artistiche e culturali dell’Italia contemporanea.
Presenti all’inaugurazione il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accompagnato dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni, dal Vice Sindaco di Roma, Daniele Frongia, dal Presidente della Fondazione La Quadriennale di Roma, Franco Bernabè, dal Commissario per la gestione provvisoria dell’Azienda Speciale Palaexpo, Innocenzo Cipolletta. Mattarella è stato dunque il primo visitatore della principale esposizione istituzionale dedicata all’arte contemporanea italiana. La Quadriennale rappresenta un grande ritorno dopo otto anni di pausa, sottolineati dallo stesso ministro Franceschini che ha commentato: “Torna la Quadriennale dopo un’edizione colpevolmente saltata nel 2012, che rischiava di interrompere una tradizione lunga, internazionale, importante. Torna con un livello molto alto, con giovani curatori italiani, sono convinto che sarà un successo italiano e internazionale”.
Mentre Franco Bernabè, presidente della Fondazione La Quadriennale di Roma, ha parlato della manifestazione presentandola come “un’esplosione di vitalità e creatività” ovvero il “senso di quello che l’Italia può fare nel futuro”. Bernabé ha quindi spiegato che ci saranno “10 curatori e 99 artisti” e che verrà proposta “una varietà straordinaria dei linguaggi dell’arte: c’è la scultura, la pittura, c’è la fotografia, c’è il video. Tutti i linguaggi dell’arte contemporanea sono rappresentati offrendo una varietà di panorami che il visitatore riuscirà sicuramente ad apprezzare”. Bernabè ha inoltre sottolineato che si tratta di una “mostra fatta da giovani curatori che hanno avuto già una grande esperienza, ma che sono in una fase della loro carriera in cui riescono ad esprimere il meglio e che hanno anche una grande esperienza internazionale”.
L’esposizione è allestita fino all’8 gennaio al piano nobile del Palazzo delle Esposizioni su oltre 2.000 metri quadrati. Dieci le sezioni espositive ideate dai curatori che, come ha ricordato Bernabé, sono stati scelti con una selezione pubblica “con l’obiettivo di mostrare la vitalità dell’arte italiana”.
Il percorso espositivo è libero e il visitatore può iniziare la propria esperienza di visita da una delle sezioni espositive o a partire dalla Rotonda centrale, che durante la mostra sarà animata da performance, incontri, proiezioni che sono parte integrante dei progetti espositivi di molti curatori.
Un programma di eventi collaterali allestiti da musei, fondazioni, gallerie private della Capitale si svolgerà in parallelo a questa grande mostra italiana per dare voce alla pluralità dei linguaggi delle nuove generazioni oltre a promuovere la conoscenza dell’arte contemporanea italiana nelle scuole attraverso un’intensa attività didattica.
La Quadriennale assegnerà anche dei premi. Venerdì 28 ottobre, infatti una giuria internazionale, composta da Ferran Barenblit, direttore del Macba Museo di Arte Contemporanea di Barcellona, Volker W. Feierabend, presidente della Fondazione Vaf di Francoforte, Susanne Pfeffer, direttrice del museo Fridericianum di Kassel e prossimo curatore del padiglione Germania alla Biennale di Venezia, si riunirà a Roma per assegnare il premio Quadriennale di 20.000 euro.
Verrà inoltre assegnato dalla stessa giuria internazionale, affiancata da Carlo Bach, direttore artistico di illycaffè, il Premio illy Under 35 di 15.000 euro all’artista, tra quelli presenti nella manifestazione, che con il proprio lavoro appare esprimere una particolare freschezza espressiva nel panorama delle tendenze del contemporaneo italiano.