ROMA – Nell’immaginario collettivo gli storici dell’arte sono dei personaggi da romanzo: l’eleganza glaciale di Palma Bucarelli, l’aria da “hidalgo spagnolo in cappotto di cachemire” di Roberto Longhi, il “poco corporeo, malgrado le mani e i piedi grandi” Giulio Carlo Argan, “intoccabile, lontano e nel contempo impegnato” (le descrizioni riportate sono tratte da Uomini di Marisa Volpi).
Fin qui la letteratura, e un modo di vivere la storia dell’arte come espressioni di un Ego separato dal contingente, che appartiene a un passato, pure glorioso ma comunque passato. Artestorie è invece un testo che ha la fragranza della cronaca, del lavoro vissuto in prima persona a contatto con il reale: il tragitto compiuto ogni giorno, le sensazioni provate quotidianamente svolgendo le proprie attività, l’eccitazione di raggiungere degli obiettivi, la soddisfazione di riuscire a tessere reti di conoscenze e collaborazioni. Sono trenta le storie scelte per raccontare agli addetti ai lavori, agli studenti, ai semplici curiosi quale sia effettivamente il lavoro dello storico dell’arte.
Artestorie raccoglie il testimone di Archeostorie, impresa di Cinzia Dal Maso e Francesco Ripanti per affrancare il mestiere dell’archeologo dalla patina di erudita ricerca accademica e polvere da scavo.
Anche nel caso della storia dell’arte, l’intento del volume è quello di far emergere i tanti volti che prendono forma a seguito dello studio accademico, volti modellati in anni di esperienze diverse, molto spesso azzardi nello scegliere nuove strade che hanno portato alla creazione di nuove professioni o il rinnovamento di quelle già esistenti.
Da storico dell’arte quale sono, leggendo il libro mi sono divertita a individuare nei racconti – a volte quasi delle confessioni – delle parole ricorrenti che credo siano le chiavi di volta della duttilità del nostro mestiere: multitasking, contemporaneità, creatività, intraprendenza, comunicazione, mediazione, collaborazione, empatia, rete, scambio, dialogo.
Qualunque sia l’ambito in cui ci si realizzi – e nel testo compare una fitta gamma di declinazioni che parte dall’insegnamento e arriva al Digital media curator passando per la gamification e l’audience development – emerge chiaramente la capacità dello storico dell’arte di mediare tra diverse professioni, costruendo un nuovo luogo, questa volta comune, una sorta di cortile condominiale in cui esperienze, discipline e competenze diverse possano dialogare e parlare la stessa lingua.
Michela Santoro (@mercuriomaga)
INFORMAZIONI:
Artestorie, a cura di Maria Stella Bottai, Silvia Cecchini, Nicolette Mandarano, ed. Cisalpino, Istituto Editoriale Universitario, Milano 2016
Incontro sul tema: “Storie” di storici dell’arte: un punto sulle professioni
Luogo: Museo di Roma in Trastevere
Orario: Venerdì 28 ottobre 2016 alle ore 16.00
Durata: circa 90′
Biglietto d’ingresso: L’incontro è gratuito
Prenotazione obbligatoria: Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00)
Numero massimo di partecipanti: 70.