ROMA – Le opere d’arte recuperate dai comuni colpiti dal terremoto devono rimanere nei territori. A dichiararlo in una nota è Legambiente che lancia la proposta di mettere in sicurezza le opere d’arte recuperate e contemporaneamente renderle fruibili in magazzini o depositi, appositamente attrezzati nei luoghi più vicini possibile alle zone colpite. Depositi che potrebbero diventare veri e propri laboratori e spazi multifunzionali per mostre ed eventi, capaci di creare occupazione e flusso turistico, e aperti alle scuole, ai restauratori, agli amanti dell’arte, alle università, ai centri di formazione e agli addetti ai lavori che dopo il terremoto hanno perso l’impiego.
Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente specifica: “vogliamo creare una rete territoriale legata alle radici delle nostre terre, dando così avvio ad una filiera virtuosa capace di creare nuovo flusso turistico ed occupazionale, per dare nuovi impulsi e nuova economia alle aree colpite”. Mentre Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche propone di creare un laboratorio regionale visitabile e attrezzato per il restauro e la manutenzione delle opere danneggiate e di realizzare, nell’area colpita dal terremoto, una rete di depositi attrezzati visitabili per le opere non danneggiate. “Luoghi che possono diventare laboratori di ricerca nel campo del restauro per l’Università di Camerino, l’Università e l’Accademia di Belle Arti di Macerata. Per discutere tutto questo – aggiunge Pulcini – è urgente riunire un tavolo di lavoro tra gli enti proprietari dei beni, il Mibact, la Regione e le forze sociali ed economiche del territorio, per costruire insieme una risposta forte e concreta, innovativa e coraggiosa, che riparta e valorizzi i territori colpiti a cui dare una speranza concreta di rinascita. Dopo la straordinaria risposta al terremoto del 1997, questa può rappresentare un’altra importante occasione per rafforzare il modello Marche’’.