NAPOLI – Si fa sempre più teso il clima tra alcuni sindacati e il sovrintendente degli Scavi archeologici di Pompei, Massimo Osanna. Per il 9 febbraio, giorno in cui sono attesi a Pompei il commissario UE, Corina Cretu, ed i ministri per i Beniculturali, Dario Franceschini, e per la Coesione territoriale e Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, Unsa e Flp, due sindacati autonomi dei Beni culturali, hanno infatti confermato un corteo che partirà dall’Auditorium degli Scavi per arrivare agli edifici della Soprintendenza. All’ingresso del sito saranno invece presenti alcuni lavoratori che distribuiranno volantini per sensibilizzare l’opinione pubblica e i turisti sui problemi che hanno indotto i sindacati alla protesta. Spiega un rappresentante dell’Unsa: “Vorremmo indurre Governo e Soprintendenza a riflettere non solo sulle conseguenze delle nostre proteste, bensì sulle cause, che sono sempre le stesse dal 2014 a oggi”.
Dal canto suo il sovrintendente, che oggi ha ricevuto anche il sostegno e la vicinanza del segretario del Pd Matteo Renzi, in relazione al suo operato, si è sfogato in una intervista rilasciata al “Corriere della Sera”, affermando che si tratta di “Una battaglia continua. Ma non con tutti i sindacati, soltanto con due sigle autonome. Si vendicano su Pompei”. Il sovrintendente ha parlato di “sindacati portatori di micro interessi personali”. “Quando non esaudisco le richieste, si vendicano indicendo assemblee negli orari di apertura degli scavi per bloccare l’ingresso dei turisti” – ha detto ancora Osanna – “In questi giorni stiamo arrivando all’assurdo. Un’assemblea è stata convocata alle nove del 26 gennaio, perché le due sigle autonome mi avevano chiesto di essere ricevute in separata sede, non insieme con gli altri sindacati”, ha raccontato al “Corriere”, il sovrintendente. “Non ho voluto, in passato l’ho fatto qualche volta ma non è giusto. Loro allora hanno chiesto l’assemblea, che ho autorizzato con la preghiera di differirla alle tre del pomeriggio, ma non hanno accettato la mia richiesta”. “Alle otto del mattino ho preso i turni del servizio del 26 gennaio e ho visto che circa la metà del personale non sarebbe andato in assemblea. Ho aggiunto anche due funzionari: è antisindacale far svolgere mansioni superiori, non il contrario”, ha proseguito Osanna. “Alla fine alle nove ho aperto gli Scavi, avendo cura di tenere chiuse le case dei custodi che avevano aderito all’assemblea dei sindacati autonomi. Casualmente, poi, il giorno dopo, è crollato il muro di una domus, in una zona che non poteva essere ripresa dalle telecamere di sorveglianza, ma che i turisti potevano vedere bene perché molto centrale. Adesso c’è un’indagine in corso proprio su questo episodio”.
In merito all’eventuale sciopero si è espresso anche il ministro Franceschini che, interpellato a margine della conferenza sulla capitale della Cultura 2018, ha risposto: “Lo sciopero? Mi pare che siamo fuori argomento, posso soltanto dire che il sovrintendente Massimo Osanna sta facendo un lavoro straordinario e ha il mio totale sostegno e il mio incondizionato appoggio”.
Nel frattempo Il Tar Campania ha dato ragione alla Soprintendenza degli Scavi di Pompei sulla scelta della ditta alla quale erano stati assegnati i lavori di messa in sicurezza della Regio I, l’area del sito archeologico dove il 27 gennaio è avvenuto il cedimento di un muretto. Sul crollo, avvenuto nella Casa del Pressorio di Terracotta, è stato aperto un fascicolo d’inchiesta della Procura di Torre Annunziata. I lavori adesso possono quindi partire e dovrebbero terminare entro un anno con la completa messa in sicurezza di questa regione degli Scavi, come previsto dal “Grande Progetto Pompei”.