AGRIGENTO – Due anfore bizantine e un vaso d’epoca medievale sono state rinvenute nell’appartamento di un imprenditore, arrestato lo scorso ottobre per l’ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta. I reperti archeologici sono stati notati dai militari del nucleo polizia Tributaria della Guardia di finanza dopo che il Gip Francesco Provenzano, su richiesta del sostituto procuratore Brunella Sardoni, dispose – il 16 febbraio scorso – il sequestro preventivo, per 16 milioni e mezzo, dei beni riconducibili all’imprenditore. I finanzieri hanno contattato due funzionari della Sovrintendenza ai beni culturali di Agrigento per ottenere un parere qualificato. E secondo i funzionari – fa sapere la Guardia di finanza – le due anfore, plausibilmente utilizzate per contenervi vino od olio, risalgono al periodo bizantino; mentre il vaso, utilizzato invece per gli infusi, ad epoca medievale. E’ stato quindi denunciato l’imprenditore per l’ipotesi di reato di impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato, fattispecie che prevede la pena della reclusione da uno a sei anni.
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