È grazie alla nuova partnership tra Museo del Novecento e Fondazione Furla che, tra settembre 2017 e maggio 2018, un ricco programma di appuntamenti dedicati alla performance animerà la Sala Fontana del Museo del Novecento.
L’iniziativa, dal titolo Time after Time, Space after Space, rientra nella prima edizione di Furla Series, il progetto che a partire dal 2017 vede Fondazione Furla impegnata nella realizzazione di mostre ed eventi dedicati ad alcuni tra i più significativi artisti nazionali e internazionali, in collaborazione con le più importanti istituzioni d’arte italiane. Sono previsti interventi di artisti quali Alexandra Bachzetsis, Simone Forti, Adelita Husni-Bey, Christian Marclay e Paulina Olowska, che saranno invitati a entrare in relazione con lo spazio museale, attraverso nuove produzioni o reenactment di azioni performative che hanno segnato tappe fondamentali della loro carriera. Saranno quindi presentati diversi approcci al linguaggio performativo attraverso cinque focus monografici, a cadenza bimestrale dedicati ad altrettanti artisti di generazioni e provenienze differenti.
La partnership con il Museo del Novecento si configura come un’occasione unica di incontro tra passato, presente e futuro attraverso l’attivazione di un dialogo tra i maestri del Novecento e i protagonisti della scena artistica contemporanea.
Da questo presupposto nasce l’idea di riflettere sulla performatività a partire da una relazione con l’opera di Lucio Fontana, che ha segnato un punto fondamentale nel riconoscimento del valore artistico del gesto, aprendo la strada alle successive ricerche spaziali e performative. Nell’anno del cinquantesimo anniversario della morte di Fontana, e nei mesi che immediatamente lo precedono, Time after Time, Space after Space celebra l’importanza e l’attualità della sua ricerca attraverso un ciclo di performance “illuminate” dalla sua nota Struttura al Neon per la IX Triennale di Milano (1951).
Il progetto costituirà una sorta di “mostra a puntate” e sarà accompagnato dalla pubblicazione di un catalogo bilingue e da un ricco public program, finalizzato alla creazione di un contatto più diretto tra i contenuti della mostra e un pubblico ampio e trasversale. Il programma, parte fondamentale del progetto e distribuito lungo tutta la durata dello stesso, sarà articolato in differenti formati – talk, conferenze, tavole rotonde, workshop, seminari, concerti, visite guidate – in modo da offrire un ampio e approfondito palinsesto di attività collaterali.