TORINO – In seguito alla decisione del Tar di bocciare le nomine di 5 direttori di Musei designati con la Riforma Franceschini, il Museo Egizio di Torino esprime – come si legge in una nota – “il sostegno in particolare agli studiosi stranieri che si sono trasferiti nel nostro Paese, che mettendo a servizio la loro professionalità e competenza, lavorano alacremente, da quasi due anni, per la promozione del patrimonio culturale e stanno trasformando le istituzioni, a loro affidate, in centri di ricerca dinamici e aperti all’innovazione”.
“L’Italia è il Paese che ospita, sin dal Medioevo, gli atenei più antichi d’Europa – continua il comunicato – la cui attività è sempre stata basata sul concetto della circolazione del sapere. Gli studiosi si spostavano di paese in paese, di città in città in una vera e propria peregrinatio academica, atta a favorire la circolazione della conoscenza intesa come patrimonio intangibile appartenente all’umanità. Anche i beni culturali che l’Italia ha l’onere e l’onore di custodire sono parte di quel sapere universale che non può e non deve essere racchiuso nei confini nazionali del Paese che li ospita”.
“Il confronto internazionale è fondamentale. Se pensiamo a modelli di finanziamento della ricerca è ormai chiaro che sia necessario creare delle reti internazionali di collaborazione. Il confronto con modalità e approcci diversi costituisce una conditio sine qua non per poter crescere. La sfida che l’Italia ha di fronte è quella di strutturare in modo solido questo anelito all’internazionalizzazione” – conclude la nota.