ROMA – Signora della moda, regina del cachemire, nota in tutta il mondo per aver saputo raccontare l’eleganza, la raffinatezza e la sobrietà del made in Italy. Laura Biagiotti si è spenta a Roma, la sua città tanto amata a cui aveva dedicato anche un profumo. La morte è avvenuta all’ospedale Sant’Andrea dove era stata ricoverata d’urgenza il 24 maggio in seguito ad un attacco cardiaco.
Donna di cultura, amante dell’arte e del bello, dopo la formazione come archeologa cristiana, aveva cominciato a seguire negli anni ’60 le orme di sua madre, Delia Soldaini Biagiotti, fondatrice di un atelier. Firma giovanissima, nel 1966, la sua prima collezione prêt-à-porter per Schuberth e, successivamente collabora con famosi creatori di moda come Roberto Capucci e Rocco Barocco. Negli anni 70’ fonda l’omonima casa e comincia già ad imporsi per il suo stile femminile ed elegante. Lega la sua fama alla donna “bambola”, alla linea ampia delle sue creazioni, quasi danzanti attorno al corpo. Negli anni 80’ si trasferisce a Guidonia vicino a Roma per vivere nel Castello di Marco Simone un monumento nazionale dell’XI secolo, da lei fatto restaurare insieme al marito Gianni Cigna, deceduto nell’agosto del 1996.
Appassionata collezionista, è stata tra i primi grandi nomi del Made in Italy a sostenere il binomio ‘moda e arte’ sia come fonte di dialogo nelle collezioni che come opera di mecenatismo. Si era impegnata sostenendo alcuni restauri, tra cui in particolare la Scala Cordonata del Campidoglio, il Grande Sipario del Teatro la Fenice a Venezia, e le Fontane di Piazza Farnese a Roma. In occasione dell’Expo Milano 2015 aveva concesso in prestito un importante pezzo della sua collezione privata, il quadro Genio Futurista di Giacomo Balla.
Aveva inoltre trovato ispirazione nell’arte di Alberto Burri e di Antonio Canova per la collezione femminile autunno /inverno 2017/2018, che vedeva coesistere la perfezione di Canova con la destrutturazione delle opere del pittore Alberto Burri. Era stata proprio la stilista a spiegare: ”Gli abiti sono destrutturati, perché riflettono il mondo di oggi. Le donne sono quelle che mantengono il bandolo della matassa perché continuano a tessere, nel lavoro e nella vita”.
Nel corso della sua carriera è stata insignita di numerosi conoscimenti tra cui il Leone d’oro per la moda al Festival del Cinema di Venezia, nel 2007.