MILANO – Fino al 30 giugno 2018, le Gallerie d’Italia di Milano ospitano la mostra ”L’arte risveglia l’anima”, realizzata da persone con disturbi dello spettro autistico. Si tratta di un progetto internazionale a cura di Cristina Bucci, nato dall’idea del direttore dell’Ermitage, Mikhail Piotrovski.
In mostra circa 60 opere con soggetti astratti o figurativi. Alcuni lavori sono originali, altri propongono una lettura meditata e originale di opere di Caravaggio, di Chagall e altri.
Gli artisti in esposizione hanno infatti guardato a grandi maestri come Giotto, Marini, Fattori, lasciandosi ispirare per tecnica pittorica o soggetto, arrivando sempre a una loro originale interpretazione. Altri hanno esplorato il proprio mondo interiore, la propria immaginazione, dando vita a opere caratterizzate comunque da una particolare cifra stilistica indice di una marcata personalità.
Anna Maria Kozarzewska, coordinatrice scientifica del progetto, ha spiegato: “Chi a causa del destino o per scelta professionale ha un rapporto quotidiano con persone autistiche sa molto bene quanto sia difficile capire che cosa si cela dietro le apparenze. Apparenze che spesso ingannano e portano ai giudizi negativi, al rifiuto e all’isolamento sociale. Il progetto è un tentativo di far percepire l’autismo in modo diverso, permettere a chi non è ‘del mestiere’ di entrare in quel mondo affascinante e pieno di sorprese, scoprire le abilità inaspettate che possono manifestarsi in campi diversi. Ci auguriamo possa contribuire a cambiare la percezione diffusa della condizione autistica”.
Michele Coppola, direttore centrale arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo, ha commentato: “Da sempre nella programmazione culturale delle Gallerie d’Italia è dedicata un’attenzione particolare alle ‘fragilità’ e ai pubblici speciali. Crediamo che non possa esserci valorizzazione delle nostre collezioni e palazzi senza l’impegno nel renderli accessibili a tutti. Le Gallerie vogliono essere un luogo aperto, capace di coinvolgere e far partecipare pubblici diversi, dove l’arte diventa strumento per esprimere la propria creatività e favorire una maggiore inclusione sociale”.
La mostra è corredata da un catalogo redatto in tre lingue, italiano, inglese, russo, introdotto da un saggio dello psicologo Giuseppe Maurizio Arduino.