MILANO – Ironia, sarcasmo, estetica pink e caramellosa, narcisismo e black humor sono solo alcuni degli ingredienti che caratterizzano il lavoro dell’artista londinese Juno Calypso, che approda, da mercoledì 24 ottobre, allo Studio Giangaleazzo Visconti di Milano. Si tratta del debutto italiano dell’artista, vincitrice tra gli altri del prestigioso Photography Awards 2016, il premio di fotogiornalismo più ambito al mondo indetto dal British Journal of Photography. Nonostante la giovane età Calypso è già molto affermata e ha un notevole seguito anche online e sui social. Ha realizzato esibizioni e performance all’estero a New York, in Sud Corea, Messico, Canada e Cina e le sue opere sono state pubblicate da numerose testate internazionali tra cui: Vogue Italia, TIME, The Guardian, Paper, i-D, Dazed & Confused, The Sunday Times, The Independent and VICE.
Quelli di Calypso sono scatti gentili e intensi che ci catapultano in un mondo surreale e straniante, tendente ad una perfezione quasi al limite dell’esasperazione e che richiama in maniera evidente l’estetica pop pink anni ’60 e ‘80.
L’artista è nota in particolare per le tre serie Joyce, The Honeymoon e What to do with a Million Years. La mostra milanese propone una selezione di immagini da queste serie citate, a partire dall’alter-ego dell’artista, Joyce, personaggio immaginario che raffigura una casalinga sola e repressa in ambientazioni insolite e surreali. Una donna alla ricerca spasmodica della perfezione attraverso l’uso di trattamenti di bellezza e dispositivi per il miglioramento del corpo.
Solitudine della protagonista degli scatti e carattere surreale delle ambientazioni anche per la serie The Honeymoon del 2015, per cui l’artista si è chiusa per una settimana in una camera demodé di un motel americano per coppie in crisi con la sua valigia piena di parrucche e lingerie. Joyce ha quindi posato in vasche da bagno rosa a forma di cuore e nuda di fronte a specchi multipli, mettendo in atto rituali che altrimenti si svolgerebbero in questi spazi con due persone, mostrandoci l’aspettativa di seduzione delusa e un’atmosfera di estrema malinconia. In rassegna anche la serie What to do with a Million Years, il cui set è un vero e proprio bunker di Las Vegas, costruito nel pieno del terrore nucleare alla fine degli anni ’60. Una villa sotterranea creata da un ricco imprenditore di cosmetici, progettata per essere vissuta quotidianamente. Il bunker è dotato di ogni comfort, piscina, bagno idromassaggio, stanza per gli ospiti, sala da ballo, e un giardino in cui fare il barbecue. “Una via di mezzo tra una tomba e un mausoleo, dove tutto è silenzioso e immobile. Una sorta di capsula del tempo.” dice l’artista. A rendere tutto più misterioso è stato per Juno scoprire che l’attuale proprietà del bunker è di una società interessata alla crionica, la scienza che iberna i corpi in azoto liquido.
La mostra resterà aperta fino al 11 gennaio 2019.
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Vademecum
Juno Calypso
Studio Giangaleazzo Visconti
Corso Monforte 23, Milano
dal 24 ottobre 2018 al 11 gennaio 2019
lunedì – giovedì 10,00-13,00 / 14,30-18,30
venerdì: 10,00 – 15,00