CAPE TOWN – E’ stato l’architetto Thomas Heatherwick ad aver avuto l’idea di riconvertire l’ex Grain Silo ormai in disuso, situato sul lungomare di Cape Town in Sudafrica, in uno spettacolare museo che in poco tempo è diventato, non solo una delle imperdibili mete in città per il suo design accattivante che non ha tuttavia distrutto l’originaria identità dell’edificio, ma anche un punto di riferimento per appassionati di arti visive, dalla pittura alla scultura, passando per cinema e fotografia.
Inaugurato nel settembre 2017, dopo circa quattro anni di lavori, lo Zeitz Museum of Contemporary Art Africa (MOCAA), con i suoi 6mila metri quadri di spazio e 57 metri di altezza, ospita ben 80 gallerie disposte su nove piani, dove è possibile visitare una collezione permanente, mostre temporanee, un centro per la fotografia, uno per le performance, uno per i video e un centro educativo.
Insomma una realtà davvero eclettica quella del MOCAA che intende comunque mettere al centro della propria programmazione la cultura sudafricana, offrendo però uno sguardo più ampio anche su tutto il continente.
Per questi primi mesi del 2019 vanno segnalate alcune esposizioni sempre nel segno della cultura e dell’arte africana.
In particolare, fino al 7 gennaio il quarto piano del museo ospiterà 21 YEARS: Making Histories with South African Fashion Week. Si tratta di una mostra organizzata con la South African Fashion Week, che intende ripercorrere la storia della moda sudafricana durante gli ultimi 21 anni attraverso i suoi protagonisti e le loro creazioni. L’esposizione occupa due sale ed è suddivisa in 21 sezioni, ognuna dedicata a uno stilista, tra cui Clive Rundle, Amanda Laird Cherry, Marianne Fassler, Black Coffee, Sindiso Khumalo, Thebe Magugu e Selfi.
Fino al 31 marzo il piano inferiore ospita invece Five Bhobh – Painting At the End of an Era, un’esposizione di arte contemporanea, a cura di Tandazani Dhlakama, suddivisa in sette sezioni: Land, Politics, PaTonaz, Shemurenga, Memory, Spirituality e KuDiaspora, che vede protagonisti 29 artisti originari dello Zimbabwe, ciascuno dei quali racconta un possibile scenario futuro della nazione.
Infine il centro di fotografia, al secondo piano dell’edificio, presenta la mostra OFF-THE-AIR della fotografa tunisina Mouna Karray, a cura di Gcotyelwa Mashiqa, che getta invece un interessante sguardo su alcuni luoghi più remoti del sud della Tunisia e sui suoi abitanti.
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