TRENTO – Prende il via un ciclo di appuntamenti dedicati al capolavoro di Francesco Hayez, il “Riposo durante la fuga in Egitto” esposto fino al 23 febbraio presso il Castello del Buonconsiglio.
Quattro incontri attraverso i quali sarà possibile scoprire personaggi, aneddoti e curiosità legati a quest’opera.
Il primo appuntamento prende il via martedì 15 gennaio con la conferenza Simone Consolati, collezionista di antichi e di contemporanei in cui la curatrice della mostra, Emanuela Rollandini, racconterà la vita del committente del capolavoro ritrovato di Francesco Hayez: il nobiluomo Simone Consolati era un raffinato cultore delle belle arti, che si rivela solo ora nelle sue molte sfaccettature di conoscitore, collezionista, bibliofilo e mecenate, nonché di custode delle antiche memorie culturali della sua città.
Martedì 22 gennaio 2019 sarà la volta di Marina Botteri che parlerà di Francesco Hayez nella collezione di Andrea Maffei: nel suo palazzo a Riva del Garda Andrea Maffei si era circondato di una collezione di opere d’arte, che comprendeva capolavori di Francesco Hayez. Il sodalizio intellettuale e l’amicizia fra poeta e pittore intreccia temi storici, allegorie e ritrattistica negli anni in cui maturano a Milano le istanze risorgimentali.
Martedì 29 gennaio 2019 Alessandra Tiddia e Roberto Pancheri analizzeranno l’opera Venere che scherza con due colombe: il capolavoro di Hayez tra mito e realtà storica. Venere, ideale figura mitologica o “schifosa donna del volgo”? Il più celebre pittore dell’epoca, una seducente ballerina e un collezionista trentino innamorato? A questi ed altri interrogativi risponderanno, in un dialogo coinvolgente, le voci esperti dei due relatori.
Infine ultimo appuntamento quello di martedì 5 febbraio. In questo incontro Salvatore Ferrari ripercorrerà il lavori di Magistrati e pittori: i trentini a Milano in età romantica quando giovani pittori trentini che frequentano l’Accademia di Brera negli anni della dominazione austriaca, trovano nella pittura di Francesco Hayez impareggiabili modelli di studio e nel circolo dei funzionari trentini l’indispensabile sostegno di mecenati colti e sensibili.