L’AQUILA – Alle 3:32 del mattino, nella notte del 6 aprile 2009, un terremoto di magnitudo Richter pari a 5.8, colpisce la città dell’Aquila e le zone circostanti. Gli effetti del sisma sono gravissimi, muoiono 309 persone, i feriti gravi sono 1600 e diverse decine di migliaia gli sfollati.
Tra i centri maggiormente colpiti dal sisma c’è Onna, un piccolo borgo di 380 anime, 41 delle quali decedute in seguito alla scossa – il 15% dell’intera popolazione, in proporzione il maggior numero di vittime di quel terremoto.
Subito dopo il sisma, in favore di Onna e della sua ricostruzione si muove la Germania, grazie all’impegno dell’allora Ambasciatore tedesco a Roma, Michael Steiner. Onna è infatti uno dei luoghi simbolo della riconciliazione postbellica, in quanto l’11 giugno del 1944, durante la ritirata dell’esercito di occupazione nazista, i soldati trucidarono 17 persone, distruggendo quasi 1/3 degli edifici del paese.
Negli anni, grazie a un finanziamento di 3 milioni di euro stanziati dal governo tedesco, e al contributo di fondazioni e privati cittadini, sono state portate a termine la costruzione di “Casa Onna” e della “Casa della cultura” e la ristrutturazione della Chiesa di San Pietro Apostolo.
Il Goethe-Institut di Roma ha raccolto il testimone di questi importanti contributi di solidarietà avviando un progetto culturale in collaborazione con l’associazione Onna-O.N.L.U.S. Del progetto fa parte anche la mostra fotografica di Göran Gnaudschun, che è stato borsista dell’accademia di Villa Massimo a Roma e ha vinto numerosi premi.
“Le immagini della storia più lontana e recente si equivalgono. – Racconta Göran Gnaudschun – Sciagure, che siano perpetrate dall’uomo o naturali, portano a conseguenze simili, ma è la mancanza di logica che spesso è difficile da comprendere. Il paesino di Onna è un luogo del dolore. Quasi tutti in paese rammaricano la perdita di un caro. Non è facile convivere con questo destino. A dieci anni dal terremoto, gli abitanti di questa frazione vivono ancora accampati accanto alle macerie di quello che dieci anni prima era il loro paese, mentre i lavori di ricostruzione procedono a rilento. Il passato non trascorre mai, resta presente, lasciando una ferita nel tempo e nelle famiglie. Le macerie delle case ne sono l’espressione tangibile e il ricordo delle persone è un campo invisibile che le circonda”.
Il 6 aprile verrà dunque inaugurata, presso Casa Onna, la mostra “Voci che si cercano-Stimmen die sich suchen“, che presenta foto d’archivio, testimonianze e ritratti, ripercorrendo i momenti bui della storia del paese, dalla strage nazista dell’11 giugno del 1944 al terremoto del 6 aprile 2009.
La cultura del ricordo diventa così un momento di condivisione e riflessione sul passato e le proprie origini, ma anche una finestra sulla Onna di oggi, sulla ricostruzione e i suoi progetti futuri.
L’esposizione resterà aperta fino al 15 settembre 2019.
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Vademecum
Voci che si cercano / Stimmen die sich suchen Göran Gnaudschun
Casa Onna, via dei martiri, Onna (AQ)
6 aprile – 15 settembre 2019
Inaugurazione: 6 aprile 2019 ore 16.00
Orari Lu-ve 10-13 15-18
Sab 15-18
Sabato mattina e domenica pomeriggio su prenotazione al numero 348 4686390
Ingresso libero
http://gnaudschun.de/en/; http://www.onnaonlus.org/casaonna.php