VENEZIA – Apre al pubblico la grande esposizione “Domus Grimani 1594 – 2019”, a cura di Daniele Ferrara, direttore del Polo museale del Veneto e Toto Bergamo Rossi, direttore di Venetian Heritage. L’esposizione celebra il ritorno a Palazzo Grimani della collezione di statue classiche appartenuta al Patriarca di Aquileia Giovanni Grimani, raffinato collezionista, che come la sua famiglia nutriva da sempre interesse per l’arte e il bello.
Fulcro della mostra è ricostruzione della Tribuna del patriarca Giovanni, ancora integra nella sua struttura architettonica – accompagnata dall’esposizione di arredi e opere nelle sale antecedenti, con l’intento di ricreare la decorazione di una dimora aristocratica del XVI secolo e di restituire così ai visitatori l’atmosfera di un luogo ispirato all’estetica della “casa-museo”.
La Tribuna subì nei secoli alcune trasformazioni, come l’apertura di una grande finestra e della seconda porta che immette nella così detta sala Neoclassica, adibita a camera da letto durante la seconda metà del Settecento. Attraverso l’istallazione delle due nicchie architettoniche temporanee, ricostruite per l’occasione a imitazione di quelle già esistenti, è stato ricreato l’aspetto originale dello spazio. La collezione statuaria lasciò il Palazzo Grimani di Santa Maria Formosa nel 1594 dopo la morte di Giovanni, il quale aveva donato la sua preziosa raccolta alla Serenissima Repubblica di Venezia. Allora i marmi furono trasferiti nell’antisala della Biblioteca Marciana, in seguito denominata Statuario della Repubblica, il cui vestibolo sarà oggetto per i prossimi due anni di un importante intervento di restauro che ha reso necessaria la rimozione di tutte le sculture.
Oltre alla ricostituzione della Tribuna, l’allestimento coinvolge anche le stanze immediatamente antecedenti in cui ammirare arredi d’epoca, arazzi, quadri e oggetti evocativi di un’epoca e di uno stile di vita unici nel loro genere. Nella Sala dei Fogliami viene esposto uno dei due preziosissimi tavoli tardo rinascimentali marmorei,di manifattura romana della fine del XVI secolo, che fino al 1829 si trovavano a palazzo. Nel 1829 il tavolo fu venduto da Michele Grimani, ultimo erede del ramo di Santa Maria Formosa, a Henry Greville, III Conte di Warwick, per il castello di Warwick in Inghilterra. Nel 2015 il tavolo fu messo all’incanto dalla casa d’aste Sotheby’s e attualmente è di proprietà di un collezionista privato.
Sono inoltre esposti alcuni arredi cinquecenteschi conservati nei depositi del Museo Correr restaurati per l’occasione, tra cui l’arazzo cinquecentesco di manifattura medicea, eseguito su cartone del Salviati e molto probabilmente commissionato dai Grimani, esposto per la prima volta dopo un accurato intervento di restauro conservativo.
Tra le altre importanti opere anche un dipinto di Pomponio Amalteo raffigurante Sansone, il dipinto su tavola con una copia di Leda e il Cigno da Michelangelo, un frammento di paliotto d’altare eseguito dall’arazziere Johan Rost, raffigurante il doge Antonio Grimani, realizzato nel 1554 per la Basilica di San Marco. Altre importanti opere provengono dalla Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro di Venezia, come gli alari in bronzo da camino di Girolamo Campagna e il grande tavolo ligneo cinquecentesco, su cui sono esposti alcuni bronzetti di Jacopo Sansovino e Tiziano Aspetti, scultore-restauratore di Giovanni Grimani, che aveva il suo atelier proprio a palazzo.
Ma non è tutto. Grazie all’intervento di Factum Foundation for Digital Technology in Innovation, tra le realtà più importanti nell’applicazione di mappature ad alta risoluzione e tecniche di rimaterializzazione nel campo del patrimonio culturale, è stata ricreata la tela che adornava il soffitto dell’anti Tribuna raffigurante Disputa tra Minerva e Nettuno di Giuseppe Porta, detto Salviati.
Infine, la Tribuna Grimani è stata dotata di un nuovo progetto illuminotecnico a cura di iGuzzini.
La mostra, realizzata grazie al sostegno di Venetian Heritage, di un donatore anonimo, della Helen Frankenthaler Foundation di New York e Gagosian, con il sostegno della Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship e di Lady Monika del Campo Bacardi, è accompagnata da un catalogo illustrato edito da Marsilio.
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