BOLOGNA – Frutto della collaborazione quadriennale tra il fotografo di fama mondiale Edward Burtynsky e i registi pluripremiati Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier, la mostra “Anthropocene”, combinando arte, cinema, realtà aumentata e ricerca scientifica, documenta i cambiamenti che l’uomo ha impresso sulla terra testimonia gli effetti – spesso negativi e indelebili – delle attività umane sui processi naturali. Dalle barriere frangiflutti edificate sul 60% delle coste cinesi alle ciclopiche macchine costruite in Germania, dalle psichedeliche miniere di potassio nei monti Urali in Russia alla devastazione della Grande barriera corallina australiana, dalle surreali vasche di evaporazione del litio nel Deserto di Atacama alle cave di marmo di Carrara e ad una delle più grandi discariche del mondo a Dandora, in Kenya, è evidente come le incursioni e l’agire umano sul pianeta sia diventato sempre più impattante.
La mostra è curata da Urs Stahel, curatore della PhotoGallery e della collezione MAST, Sophie Hackett, curatrice della fotografia dell’Art Gallery of Ontario di Toronto e da Andrea Kunard, curatrice del Canadian Photography Institute della National Gallery of Canada.
Spiega Stahel: “Burtynsky documenta questo proliferare di interventi a danno della natura, sempre più invasivi, e lo fa attraverso la forza essenziale delle sue immagini e lo sguardo attento su simmetrie, figure circolari, griglie e linee geometriche pure. Le opere di grande formato sono un crescendo di forme e colori e sono affiancate al materiale filmico, realizzato da Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier, caratterizzato da inquadrature e tagli che si fondono con l’effetto coinvolgente e crudo delle immagini al rallentatore. L’osservatore viene catturato e affascinato esattamente come avviene, per un ascoltatore, con la Quinta Sinfonia di Beethoven”.
{igallery id=4360|cid=1492|pid=1|type=category|children=0|addlinks=0|tags=|limit=0}
Vademecum
Anthropocene
MAST. Bologna
al 16 maggio al 22 settembre 2019
www.mast.org