ROMA – Alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, fino al 29 settembre 2019, è in esposizione il lavoro di Andrea Mastrovito, dal titolo Very Bad Things, a cura di Ilaria Bernardi.
Mastrovito (Bergamo, 1978) ha realizzato un lavoro site-specific per il museo, il primo del progetto Connection Gallery, a cura di Massimo Mininni – nato per promuovere le opere di giovani artisti.
Very Bad Things nasce con l’idea di indurre a una riflessione e una partecipazione attiva del visitatore, nonché di dare rilievo al femminile nell’arte, focalizzandosi sul tema delle molestie sessuali. L’artista prende spunto dall’episodio biblico di Susanna e i Vecchioni, una delle più antiche narrazioni sull’argomento, così come dalle vicende di attualità che coinvolgono la cronaca quotidiana e il movimento #MeToo, con la controversa storia della modella Ambra Battilana Gutierrez, e ancora la favola di Dafne che si trasformò in pianta pur di sfuggire all’ardore amoroso di Apollo, da lei rifiutato, e molte altre.
Spiega la curatrice: “Mastrovito focalizza la sua attenzione sul sovente ‘pericoloso’ rapporto della donna con l’uomo e con il potere. Per farlo, crea un corto-circuito spazio-temporale ispirandosi liberamente a storie che, seppur molto distanti nello spazio e nel tempo, sono accomunate dal tema, oggi attualissimo, delle molestie sessuali sulle donne. Ne deriva un’opera-palinsesto che contiene al suo interno molteplici piani di lettura, riferimenti visivi e concettuali, punti di vista differenti, a delineare una narrazione ambigua, difficile da capire, i cui personaggi raffigurati sono simbolici, non identificati né identificabili, allo scopo di indurre il visitatore a riflettere sulla purtroppo continua ricorrenza di vicende di molestie sulle donne e su come spesso sia difficile giungere alla verità dei fatti”.
Il lavoro di Mastrovito propone una soluzione espositiva molto particolare ed originale. “Very Bad Things – spiega ancora la curatrice – non crea un cortocircuito tra passato e presente soltanto attraverso le differenti figure femminili alle quali liberamente si ispira, ma anche mediante la modalità operativa prescelta che affonda le radici nell’antichità, rinnovandola: la vetrata dipinta. L’artista propone una sovrapposizione non solo tra passato e presente, ma soprattutto tra verità e menzogna, tra conoscibile e inconoscibile, a sottolineare la dicotomia senza soluzione tra il continuo tentativo dell’uomo di conoscere il vero e l’estrema difficoltà, se non l’impossibilità, di discernerlo dal falso, in un’epoca, la nostra, dove i mezzi di comunicazione accentuano tale complessità trasmettendo molteplici versioni della realtà”.
L’oggetto di indagine di Very Bad Things è dunque uno dei drammi più caratteristici del nostro tempo: l’(im)possibilità di una comunicazione intesa quale reale strumento di informazione e di conoscenza sulla realtà odierna.
Very BadThings – conclude Bernardi – è dunque, in ultimo, un memento a fare attenzione alla cosiddetta democratizzazione dell’informazione nell’era globale e digitale, cioè alla possibilità di ciascuno dipubblicare opinioni, informazioni e notizie online a prescindere dalla loro attestata veridicità. Pur sembrandolo, tale possibilità non è libertà”.
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Vademecum
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea viale delle Belle Arti 131, Roma
Ingresso accessibile
Via Gramsci 71
orari di apertura
dal martedì alla domenica:
8.30 –19.30
ultimo ingresso 45 minuti prima della chiusura
biglietti
intero: € 10,00 ridotto: € 2,00
T + 39 06 32298221 lagallerianazionale.com
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