ROMA – Il 10 agosto è tornato a Perugia il dipinto su tavola “Madonna col Bambino”, attribuito a Bernardino di Betto detto il Pintoricchio e trafugato nel 1990 a Perugia, presso un’abitazione privata.
Per il suo straordinario valore storico-artistico, il dipinto era stato pubblicato, tra l’altro, sul bollettino delle ricerche numero 15, anno 1992 (Servizio per le ricerche delle opere d’arte rubate, edito dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri), e censito nella Banca Dati delle opere d’arte da ricercare di Interpol.
L’opera era finita nel Regno Unito con attribuzione all’artista Bartolomeo Caporali. Grazie all’attività investigativa svolta dai Carabinieri del Nucleo TPC, il dipinto è stato sequestrato presso una casa d’aste, ne è stata dunque bloccata la vendita, ipotizzando a carico del possessore i reati di “Ricettazione” e “Esportazione illecita di bene culturale”.
Dopo il sequestro l’opera è stata trasferita presso l’Ambasciata Italiana a Londra e qui presa in consegna dall’autorità diplomatica sino al momento del rimpatrio, avvenuto in data 19 luglio 2019.
L’opera
La “Madonna col Bambino” è una tempera su tavola che Raimond van Marle nel 1933 rese nota come opera di Fiorenzo di Lorenzo e successivamente assegnata a Bernardino di Betto detto il Pintoricchio da Carlo Volpe in una perizia redatta nel 1981.
Nel repertorio di Filippo Todini sulla pittura umbra comparve invece nel 1989 come opera di Bartolomeo Caporali, data la prossimità con tavole d’analogo soggetto riconducibili a questo autore e assimilabili per stile e cronologia.
Nell’opera viene ripresa l’iconografia della Madonna del davanzale, che proprio Verrocchio e Perugino avevano sperimentato in quegli anni, ponendo alle spalle della Vergine un drappo rosso che spartisce il paesaggio fluviale o più probabilmente lacustre di sinistra e quello dello strapiombo roccioso di gusto fiammingo sormontato da una chiesetta e da un Calvario. La vegetazione, gli animali, la montagna sono elementi restituiti con esattezza, al pari dei dettagli dell’abbigliamento, come le stoffe e i sandali del Bambino, a riprova di un interessamento non occasionale per l’arte del nord Europa. Assai vicina alla tavola dal medesimo soggetto oggi al Museo di Trevi, lasciata incompiuta da Pintoricchio e servita da modello per quella della National Gallery di Londra, l’opera presenta evidenti assonanze anche con alcune opere di Bartolomeo Caporali, non soltanto analoghe Madonne col Bambino come quella di Lord Faringdon e quella (da Todini ritenuta di bottega) già a Firenze in collezione Grassi, ma anche opere coeve come l’Adorazione dei pastori di Monteluce, oggi alla Galleria Nazionale dell’Umbria.
L’opera resterà esposta al pubblico alla Galleria Nazionale dell’Umbria fino al 26 gennaio 2020, rappresentando un’occasione importante per il pubblico e per gli studiosi per confrontarla con le opere di Pintoricchio presenti nella sala 24 del museo, dove si è deciso di offrirle temporanea collocazione, e con quelle di Bartolomeo Caporali pure conservate in Galleria.
“Grazie alla diplomazia culturale – ha dichiarato il Ministro plenipotenziario Marco Ricci, intervenuto su delega del Ministro per i beni e le attività culturali Alberto Bonisoli – si restituiscono alle culture di appartenenza opere d’arte illecitamente sottratte, ma, allo stesso tempo, si contribuisce a promuovere un mercato dell’arte internazionale basato su principi e valori etici universalmente accettati”.
Per il Generale di brigata Fabrizio Parrulli, Comandante del Nucleo Tutela Patrimonio culturale dell’Arma dei Carabinieri – ancora una volta, grazie alle preziose informazioni contenute nella Banca Dati dei Beni culturali illecitamente sottratti, anche a distanza di quasi trent’anni, è stato possibile individuare il dipinto rubato, che da oggi fa ufficialmente il suo ritorno”. “Questo recupero – ha aggiunto il Generale Parrulli – dimostra, ancora una volta, da un lato il carattere sempre più transnazionale delle attività criminali in questo settore e dall’altro l’importanza dello scambio di informazioni, anche tra le Forze di polizia di diversi Paesi, come sistema consolidato di cooperazione internazionale per contrastare efficacemente i reati in danno del patrimonio culturale”.
Il Direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria Marco Pierini ha sottolineato: “Il Museo è il luogo dove le opere sottratte al territorio, un tempo con violenza, adesso per amorevole premura, trovano una nuova casa e assumono una funzione e un valore diversi”. “È bello – ha concluso – che anche opere abituate da sempre a mostrarsi nell’intimità delle raccolte private possano godere di un pubblico più vasto, come accadrà per qualche mese alla splendida ‘Madonna col Bambino’ la cui pertinenza con la raccolta della Galleria Nazionale dell’Umbria è palesemente testimoniata dalle tante consorelle che la accolgono dalle pareti del museo”.