ROMA – Un “Museo della lingua italiana” che ne celebri la storia, l’importanza, la ricchezza. Questa è in sostanza la richiesta della petizione lanciata nei giorni scorsi da diversi intellettuali e che ha già raccolto oltre duemila firme.
L’iniziativa è stata promossa da un gruppo di lavoro coordinato dal linguista Luca Serianni che nel 2003 ha organizzato la mostra, voluta dalla Società Dante Alighieri, sulla lingua italiana intitolata “Dove il sì suona”, allestita alle Gallerie degli Uffizi di Firenze, dal 13 marzo al 30 settembre.
Primo firmatario Giuseppe Antonelli, professore ordinario di Linguistica italiana all’Università di Pavia. Sulla petizione si legge: “La lingua italiana non ha mai avuto un suo museo. Un museo grande, articolato, tecnologico come quelli dedicati ad altre lingue. A dispetto di proposte e tentativi, quel museo è rimasto un sogno. Questa petizione è un modo per avviare la realizzazione di quel sogno. Solo con l’impegno diretto del ministro Franceschini e del Ministero per i beni culturali si potrà concretamente realizzare quel progetto di un Museo della lingua italiana per cui da tempo collaborano le grandi istituzioni culturali che nel nostro Paese si occupano della lingua: l’Accademia della Crusca, la Dante Alighieri, l’Accademia dei Lincei, l’Associazione per la Storia della lingua italiana, l’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani”.
Antonelli ha spiegato di essere il promotore “materiale” della petizione “concordata con il gruppo di lavoro della mostra del 2003”.
“Quello a cui pensiamo – si legge ancora – è un grande Museo della lingua italiana – dinamico e interattivo – in cui siano esposti non solo documenti, ma oggetti di vario tipo che possano di volta in volta evocare una parola, un’idea, una questione, un’epoca. Un allestimento multimediale e interattivo che, evidenziando i momenti salienti della storia dell’italiano, restituisca a ogni visitatore l’immagine di una grande lingua cultura. Una lingua capace di affrontare e vincere le sfide sempre nuove imposte dal progredire del sapere, del costume, della tecnica. Perché le mode cambiano, ma l’italiano resta”.
Il museo che vorremmo – ha spiegato ancora Antonelli, interpellato dall’Adnkronos – “è un centro culturale attivo, dove ci sia un auditorium per la canzone, la musica, il teatro e l’opera lirica. Un luogo in cui ci sia una parte dedicata alla gastronomia, alla moda. Nel mondo – ricorda Antonelli – esistono altri musei della lingua. Il più grande è stato quello della lingua portoghese a San Paolo del Brasile. Inaugurato nel 2006, e andato in fiamme nel 2015, il museo ora è in fase di ristrutturazione. In meno di 10 anni ha ospitato 3,9 milioni di visitatori”.