PALERMO – Dalle metope dei Templi di Selinunte – il più importante complesso scultoreo dell’arte greca d’Occidente – alla Pietra di Palermo, reperto egizio della metà del II millennio a.C. circa, dalle raccolte di vasi etruschi della collezione Bonci Casuccini all’Ariete in bronzo di Siracusa, il Museo Salinas di Palermo, con la sua storia lunga oltre due secoli, raccoglie una delle collezioni archeologiche più prestigiose in Italia e nel mondo. Un Museo che deve fare i conti con un complesso restauro che attualmente non consente la visita nella sua interezza. In attesa del riallestimento definitivo, ha preso corpo un progetto che permetterà di restituire al pubblico alcuni spazi di questo luogo straordinario. Si tratta della mostra Frammenti di un museo in transito”, dal 28 novembre una mostra a cura di Caterina Greco, direttrice del Museo, e del critico d’arte Helga Marsala.
“Il Salinas è uno dei musei più prestigiosi d’Italia – spiega il Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. Nasce per essere un museo archeologico, anche per volontà del suo fondatore, e invece adesso si apre anche ad altre espressioni artistiche. A giorni sarà aggiudicata la gara per l’allestimento di altri spazi, parliamo di un lavoro per oltre 1,6 milioni di euro e poi pensiamo anche ai Parchi archeologici. Ne ho costituiti dieci e spenderemo oltre 17 milioni di euro per l’accessibilità, la recinzione, il sistema di video sorveglianza, i servizi igienici, la segnaletica, insomma vogliamo rendere i Parchi archeologici assolutamente adeguati agli standard europei per diventare poli d’attrazione turistica. Siamo in continuo impegno, non ci fermiamo, andiamo avanti senza tregua perché Palermo e la Sicilia possano continuare a puntare e credere sul segmento del turismo culturale che già nell’ultimo periodo ha registrato tassi di presenza inimmaginabili fino a qualche anno fa“. Interviene anche il Dirigente generale dell’assessorato Sergio Alessandro “Uno scrigno come il Museo Salinas valorizzi, con una chiara volontà di rilancio, nuovi spazi e antichi tesori – inclusi quelli in fase di allestimento e in deposito – è un fatto di passione, ma soprattutto di dovere”.
L’esposizione apre con una preziosa serie di scatti di Ferdinando Scianna (Bagheria, Palermo, 1943), che ritraggono Jorge Luis Borges, anziano e già cieco, mentre sfiora alcune statue della collezione, nel tentativo di “vederle” con le mani. Lungo il percorso si alternano le opere contemporanee di Alessandro Roma (Milano, 1977), 108/Guido Bisagni (Alessandria, 1978) e Fabio Sandri (Valdagno, Vi, 1964), in dialogo con alcuni reperti delle collezioni archeologiche: tutti materiali recuperati, riscoperti e individuati dai curatori, in accordo con gli stessi artisti.
In mostra sono inoltre già presenti due importanti anteprime del futuro allestimento: nella Stanza del Mosaico la straordinaria Menade Farnese, esposta in rare occasioni – inclusa una recente mostra al Museo Salinas -, valorizzata qui da una collocazione dal forte impatto visivo, mentre nel prolungamento della Sala Ipostila sarà visibile il maestoso Ariete bronzeo da Siracusa, donato al museo dal Re Vittorio Emanuele II. Felice debutto, invece, per le teste votive di Cales, da un’affascinante serie di ex voto in terracotta (IV-II secolo a.C): acquisite a metà Ottocento dal Museo della Regia Università di Palermo, non erano mai state esposte tra le sale del Museo.
La mostra resterà aperta fino al 29 marzo 2020.
QUANDO LE STATUE SOGNANO. Frammenti di un museo in transito, 2019. Installation view @ Museo Salinas, Palermo. Ph. Courtesy Museo Salinas
{igallery id=7314|cid=1790|pid=1|type=category|children=0|addlinks=0|tags=|limit=0}