FIRENZE – E’ stato ritrovato in una soffitta di Palazzo Pitti un ritratto di Romolo, il primo re di Roma, dipinto da un allievo del Bronzino, Cristofano dell’Altissimo, verso la metà del ‘500.
A darne notizia il quotidiano “Il Messaggero” che spiega che all’inizio il ritratto ritrovato rappresentava un mistero, sia per il soggetto che per l’autore. Dopo una complessa operazione di indagine, le ricercatrici Alberica Barbolani da Montauto e Maria Matilde Simari, sono invece giunte alla conclusione che si trattava del perduto ”Ritratto di Romolo”, appartenente alla serie di dipinti dedicati agli Uomini illustri, commissionata dal Granduca di Toscana Cosimo I de’ Medici. Questa serie della collezione era conosciuta col termine di Gioviane, poiché “Cosimo, per realizzarla, inviò nel 1552 l’allora giovanissimo Cristofano a Como, a copiare i ritratti originali di personalità storiche nella villa del vescovo Paolo Giovio” – spiega il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt.
I risultati di questa indagine, partita proprio da uno studio sulla raccolta delle Gioviane, saranno raccolti in un volume che verrà pubblicato nei prossimi mesi.
Grazie a una ricerca storico-documentaria sono stati identificati anche altri due ritratti, ritrovati sempre nella soffitta di Palazzo Pitti, ritenuti perduti da quasi cinquecento anni. Si tratta di Silla ed Enrico VIII da giovane. Fino ad oggi, queste tavole non erano state riconosciute come Gioviane e risultavano attribuite ad autore ignoto del XVI secolo. Anche questi ritratti possono essere invece ricondotti alla mano di Cristofano dell’Altissimo.
Il prossimo passo sarà la loro valorizzazione, il restauro e l’esposizione insieme alle altre Gioviane: “In particolare – afferma Schmidt – Romolo e Silla, essendo i personaggi più antichi, occuperanno le prime posizioni della collezione, insieme al re persiano Artaserse”.
La riscoperta dell’immagine di Romolo si inserisce anche in una vasta strategia di valorizzazione della statuaria classica dei Medici. “Stiamo lavorando a realizzare un corridoio di bassorilievi classici a corredo delle sale del Cinquecento per rendere evidente quanto la pittura cinquecentesca sia debitrice ai modelli romani – sottolinea Schmidt – E per il futuro è prevista la collocazione della statuaria antica al piano terra: l’inizio del percorso museale una volta che nel 2024 il cantiere dei nuovi Uffizi sarà stato completato”.