NAPOLI – E’ stato ritrovato il Salvator Mundi, un dipinto del XV secolo di scuola leonardesca, contemporaneo a quello attribuito a Leonardo e venduto all’asta per 450 milioni di dollari. Il Cristo benedicente era sparito dall’armadio nella Sala degli arredi sacri della basilica di San Domenico Maggiore a Napoli, ma complice il lockdown, nessuno se n’era accorto e quindi nessuno aveva sporto denuncia, se non il priore, dopo il ritrovamento.
L’armadio si poteva aprire con una chiave antica, custodita in una cassaforte. Il Salvator Mundi era al suo posto, a marzo, e fino a tre mesi fa circa, secondo quanto riportano le indagini coordinate dalla procura retta da Giovanni Melillo, attraverso l’aggiunto Vincenzo Piscitelli. Poi il dipinto è sparito. Ma come e quando sia accaduto per ora è un mistero.
Il quadro è ricomparso lo scorso sabato, avvolto in una carta e nel cellophane, su un armadio in una cameretta di un appartamento di un commerciante incensurato, al primo piano di via Strada provinciale delle brecce. “L’ho trovato in un mercatino dell’usato”– ha detto l’uomo ai poliziotti che l’hanno arrestato per ricettazione.
Il dipinto, un olio su tavola, dovrà ora essere identificato dal priore, ma attualmente è sotto sequestro e sotto tutela della Soprintendenza, che dovrà esaminarne le condizioni.
E’ stata dunque sventata la vendita al circuito nero dell’arte. Si è trattato di un colpo sicuramente mirato e con un obiettivo esclusivo, senza che fosse necessario ricorrere a particolari mezzi. Ora bisogna mettere a posto tutti i tasselli del puzzle. Le piste possibili sono molte, comprese quella di complicità interne.