FIRENZE – Dopo il lungo periodo di chiusura, riapre il Museo del Bargello e torna visibile, completamente riallestita anche la Sala degli Avori, secondo un progetto curato dall’ufficio tecnico dei Musei del Bargello insieme allo studio Guicciardini e Magni Architetti.
La raccolta di avori
La Sala degli Avori si trova al primo piano del Museo del Bargello. La raccolta di oggetti in avorio – che copre un arco temporale di quindici secoli (da rari oggetti etruschi e romani fino a manufatti del XIX secolo) – è tra le più prestigiose al mondo, sia in termini numerici, con circa 250 esemplari, sia per qualità, varietà e raffinatezza delle opere. Questa tipologia di capolavori, affascinante per la perizia tecnica di intagli microscopici e perfetti, significativa come testimonianza dell’ampia circolazione di stili tra civiltà orientali e occidentali, è stata da sempre una componente fondamentale – e per certi aspetti primaria – delle collezioni del Bargello.
Nella sala sono esposti preziosissimi e antichi avori, come il Dittico con scene della vita di san Paolo e Adamo nel Paradiso terrestre e la placca con l’Imperatrice bizantina, databili tra il V e il VI secolo tra i più antichi. C’è il raro Flabellum carolingio dall’abbazia di Tournus, l’Olifante della Saint Chapelle, donato al re di Francia nel 1274, la Madonna dei Granduchi, per citare soltanto alcune tra le opere ricche di storia, ma anche pitture e sculture medioevali, e rari mosaici.
Il riallestimento
Il nuovo progetto di allestimento ha comportato la loro sostituzione integrale e la completa revisione degli allestimenti interni.
Tutte le nuove vetrine sono realizzate con struttura in metallo, vetri antiriflesso e antisfondamento, a completa tenuta all’aria e dotate di sistemi di controllo passivo del microclima interno. Oltre alla realizzazione delle nuove teche, la sala è stata sottoposta a operazioni di restauro degli apparati pittorici e decorativi, con nuove basi, nuovi supporti e una nuova illuminazione mirata a valorizzare sia l’architettura che le opere d’arte esposte a parete.
La bicromia delle teche dichiara l’appartenenza al doppio sistema di relazioni che l’allestimento museografico tesse con l’edificio (il grigio caldo degli esterni delle teche in relazione ai decori della sala) e con le opere (il grigio scuro degli interni per far risaltare meglio gli avori).
La grafica, composta dallo studio Rovai Weber, ubbidisce a questo spettro di variazioni, mentre la luce, progettata da Massimo Iarussi, disegna i contorni delle opere staccandole dal fondo.
“Il riallestimento della Sala degli Avori, oggi riaperta al pubblico – ha dichiarato Paola D’Agostino, direttore dei Musei del Bargello – è il primo di una serie di progetti programmati al Museo Nazionale del Bargello per la messa in sicurezza, valorizzazione e nuova fruizione delle magnifiche collezioni di arti decorative, conservate al Palazzo del Podestà, e ancora troppo poco conosciute dal grande pubblico. Per questo motivo abbiamo deciso di presentare il nuovo riallestimento nel giorno di riapertura dei musei, dopo mesi di chiusura forzata ma di grandi lavori da parte del personale dei Musei del Bargello e di vari professionisti impegnati in cantieri su tutti e cinque i Musei. Crediamo, infatti, che i visitatori siano i veri ‘ospiti d’eccezione’ e volevamo accoglierli, facendogli apprezzare in anteprima questi straordinari micro capolavori d’avorio, di culture diverse, unici al mondo e riallestiti con nuovi e suggestivi accostamenti, in sicurezza e sotto una nuova luce”.
“È stato necessario – ha spiegato l’architetto Marco Magni – individuare nuovi criteri che potessero adattarsi alla peculiarità delle diverse sezioni da rinnovare, e insieme rappresentassero una nota di stile e di esemplare chiarezza al servizio di questo specifico museo, risolvendo al contempo problemi di conservazione, gestione e valorizzazione delle opere. La configurazione delle teche è generata dal disporsi delle collezioni, ma anche dal disegno dei decori ottocenteschi della sala”.
“Per la realizzazione delle nuove teche nella Sala degli Avori – ha sottolineato l’architetto Maria Cristina Valenti, responsabile dell’ufficio tecnico dei Musei del Bargello e Rup dei lavori – sono state smontate le vecchie vetrine, sono stati restaurati gli apparati pittorici ottocenteschi alle pareti ed il pavimento in cotto. Alle pareti sono state sistemate in un ordine storico diverso sia i quadri – mosaici e tavole – che le sculture in legno ed in marmo, usando le vecchie basi rivestite in corian. Le finestre restaurate, sono state inserite delle tende a rullo motorizzate, in tessuto filtrante e con protezione per i raggi UV. È stato realizzato un nuovo impianto elettrico e una nuova illuminazione puntiforme della sala per la valorizzazione delle opere d’arte esposte alle pareti con faretti e strip led”.
“Oggi si avvera un progetto cui si aspirava da lungo tempo, poiché le vetrine preesistenti, realizzate negli anni Ottanta del secolo scorso – ha evidenziato Ilaria Ciseri, Responsabile delle collezioni del Museo Nazionale del Bargello – non garantivano più parametri espositivi adeguati alla delicatezza delle opere in avorio. Finalmente questi capolavori trovano condizioni microclimatiche ideali e si possono ammirare in tutta la loro bellezza straordinaria, valorizzati da un allestimento e da un’illuminazione che mettono in risalto dettagli finora inimmaginabili. E infine, un allestimento d’eccezione è quello di un capolavoro mai visto, il toccante Crocifisso barocco che torna in esposizione dopo quasi un secolo di assenza”.
“La Fondazione il Bargello – Onlus è stata vicina al Museo Nazionale del Bargello sin dalla sua nascita come Associazione nel 1982 – ha affermato Sergio Chiostri, Presidente della Fondazione Il Bargello Onlus – Da allora ha aiutato finanziariamente il Museo a realizzare un ventaglio di iniziative che migliorassero la fruibilità delle opere esposte. In questo quadro rientra il finanziamento che, in contemporanea con il riallestimento della Sala degli Avori e delle oreficerie in Sagrestia e in Cappella, ha permesso di realizzare un nuovo progetto grafico e apparati didattici, in italiano in inglese”.