ROMA – Prende il via l’8 luglio la terza edizione del Festival Art Nouveau Week, una manifestazione diffusa per riscoprire alcuni dei gioielli dell’Art Nouveau diffusi nelle varie città italiane.
Curata da Andrea Speziali, la manifestazione si svolge quest’anno in concomitanza con l’anniversario della nascita di Giuseppe Sommaruga, uno tra i protagonista del Liberty italiano, con quello di Gustav Klimt, insuperabile artista della Secessione viennese, nonché di altri autori dello stile Liberty nati ogni giorno della settimana come ad esempio: Otto Wagner, Giovanni Michelazzi, Salvatore Gregorietti, William Henry Bradley.
Il fulcro della manifestazione sono le visite guidate in edifici normalmente chiusi al pubblico. Un’occasione unica per riscoprire questi gioielli architettonici.
In aggiunta, vengono proposte altre numerose manifestazioni collaterali che mettono in risalto il ricco patrimonio Art Nouveau diffuso e ancora leggibile nelle nostre città: tour a piedi, concerti, conferenze, eventi speciali, attività per le famiglie e per le scuole, attività per le persone diversamente abili.
Questa edizione del Festival Art Nouveau Week ha anche il contrassegno delle novità social. Infatti, l’ingresso di Clubhouse, una nuova creatura tra le più amate app del momento, darà spazio alla inedita programmazione di podcast tematici.
«Avvicinarsi al complesso fenomeno del Liberty nazionale – spiega Andrea Speziali – comporta uno sforzo di sintesi delle migliori espressioni culturali e artistiche di uno stile, che in qualche modo ha rappresentato, o almeno ha tentato di farlo sul versante dell’arte, il compimento del progetto di unificazione nell’Italia post-unitaria. In questo quadro può inserirsi anche la rapida trasformazione che interessò molte città italiane, con ampliamenti urbanistici quanto mai indispensabili non solo per affrontare il forte incremento di popolazione generato dal richiamo verso i centri che offrivano migliori condizioni di vita ma anche dallo sviluppo industriale, che proprio in questi anni si andava a delineare come forza propulsiva per la crescita delle città».
Il programma
Milano, luogo della modernità per eccellenza, rappresentava un caso singolare di sintesi di innovazione, ricerca, sperimentalismo nel contesto della ricezione dei fatti artisitici europei, città nella quale le provocazioni nascevano a sfavore dei valori e delle convenzioni borghesi, lanciando la sfida di un totale rinnovamento nelle arti e nella vita quotidiana.
In questo contesto si inscrive quello che può essere considerato il primo edificio propriamente Liberty costruito in Italia: si tratta di Palazzo Castiglioni, su progetto del 1901 di Giuseppe Sommaruga. La sua imponenza si inquadra nella raffinatezza del contesto delle vie adiacenti, come corso Venezia. Decorazioni sculturee in cemento a tema floreale e composizioni in ferro battuto si intervallano con alcuni elementi classici, come la lunga teoria di putti che sovrasta le forme monumentali e imponenti della facciata.
Sempre a Milano a lasciare senza fiato è l’Hotel Demidoff, in via Plinio all’angolo con via Aldrovandi, progettato dall’architetto Egidio Corti nel 1903,. Un’architettura che fino a poco tempo fa era cromaticamente integrata nel contesto a tinte chiare del quartiere, e che adesso salta immediatamente all’occhio per il nuovo colore della facciata su Via Aldrovandi, un total black che ha foderato anche i fregi in stile Liberty. Saranno in tanti, dunque, i curiosi che avranno modo di notare la facciata nera dell’edificio, frutto di un dibattuto restyling recente, che confonde il valore della decorazione Liberty della facciata.
A pochi chilometri da Milano e da Bergamo “La città ideale del lavoro: il villaggio operaio di Crespi d’Adda”, un microcosmo ideale – patrimonio UNESCO dal 1995 – che svela l’incanto del Liberty italiano nella pluralità delle sue espressioni, dall’eclettica monumentalità del Castello Crespi alla semplice funzionalità delle case operaie bifamiliari, visitando la chiesa, il cimitero, la scuola e gli eleganti villini dei dirigenti.
Il Museo di Arte Povera e del Disco d’epoca di Sogliano al Rubicone (Palazzo Ripa-Marcosanti, Cesena) offrirà a gruppi di spettatori visite guidate gratuite previa prenotazione telefonica.
A Torino sarà visitabile lo Stabilimento Fiat, fatto edificare su richiesta della Società Anonima Fabbrica Automobili (FIAT), interessante esempio di edilizia industriale a due piani, che adotta gli stilemi tipici dell’Art Nouveau. O anche con lo stabilimento delle Pastiglie Leone all’angolo tra corso R. Margherita e via Vicenza, edificio bombardato nel secondo conflitto mondiale ma che conserva ancora dettagli delle decorazioni in stile Liberty della palazzina padronale, preesistente all’insediamento dello stabilimento.
Sotto i riflettori della terza edizione del Festival dell’Art Nouveau Week, è il Grand Hotel di San Pellegrino Terme, dopo ben quarantadue anni dalla sua chiusura, viene completato il lotto principale dei lavori di ripristino, cui seguirà un intervento di sistemazione delle aree esterne. Inaugurato nel 1904, il Grand Hotel è una lucida espressione del Liberty italiano, che trionfa fra sfarzo e maestosità: tra gli altri, ha accolto dentro le sue mura grandi personaggi storici, dalla Regina Margherita di Savoia al Premio Nobel Salvatore Quasimodo.
A Bologna è possibile recarsi nella sede della Fabbri 1905 di via Emilia Ponente, che non può che essere associata al vaso di amarene di gusto liberty tra i più conosciuti al mondo, uno dei simboli più riconoscibili di una vicenda industriale che nasce a Portomaggiore, nel 1905, con l’allora distilleria fondata dal capostipite della casata, Gennaro Fabbri.
Sempre a Bologna, la passeggiata liberty sarà guidata da uno storico dell’arte per scoprire e apprezzare alcuni dei più importanti scorci del Liberty cittadino. In giorni infrasettimanali si potranno ammirare le decorazioni di Achille Casanova nella Sala Verde di Palazzo d’Accursio.
Nella pianura a nord della città di Bologna, la Società Aemilia Ars, fondata dal restauratore e letterato bolognese Alfonso Rubbiani nel 1898, rappresenta un’eccellenza della manifattura artistica e può sollecitare un interessante percorso dell’Art Nouveau Week: società cooperativa oggi, Aemilia Ars ha rinnovato le arti applicate con idee inizialmente analoghe a quelle dell’Arts and Crafts Movement di William Morris. Aemilia Ars vanta raffinati oggetti d’uso quotidiano come pizzi, mobilia, gioielli, tipografia. Le tracce dell’arte bolognese legata alla società sono custodite nel Palazzo Municipale di Budrio; a Bentivoglio, il Castello, villa quattrocentesca della Signoria dei Bentivoglio con affreschi rinascimentali, restaurata a fine Ottocento dall’architetto bolognese; il Palazzo Rosso, splendida residenza di campagna della fine dell’ottocento con pregevoli decorazioni ispirate alla natura tipiche del ‘liberty bolognese’. Una curiosità: a Bentivoglio ha sede l’Associazione “I Merletti di Antonilla Cantelli “che tramanda l’arte del merletto dell’Aemilia Ars.
Offre tra i più rilevanti esempi di arte funeraria in stile floreale dell’Aemilia Ars l’oratorio di San Marco o Cappella Zucchini a Baricella.
A Sala Bolognese, invece, la Pieve romanica di Santa Maria Annunziata e San Biagio si annuncia di grande interesse per gli interventi di restauro compiuti all’inizio del Novecento da un allievo della scuola dell’Aemilia Ars.
Il Festival Art Nouveau Week invita a scoprire uno dei più raffinati gioielli architettonici della regione Emilia Romagna. Risale al marzo 1911, su commissione del luogotenente Claudio San Donnino, il progetto di costruzione della Villa San Donnino a Modena, che diventerà successivamente un capolavoro dello stile Liberty.
Oggi meglio nota come Villa Lonardi, è considerata il più raffinato esempio di interpretazione del movimento artistico in Emilia Romagna.
A Reggio Emilia, sarà possibile visitare Villa Zironi, vero gioiello dell’architettura di stile eclettico-liberty. Si tratta del più bel villino signorile tra quanti furono costruiti negli anni Venti lungo i viali di circonvallazione. Sempre a Reggio Emilia, sarà possibile visitare il Salone dei Banchetti, situato nell’ex Palazzo del Capitano, che custodisce nove grandi tele realizzate dal pittore Giuseppe Tirelli, sotto uno splendido soffitto a vetri in puro stile liberty.
A Piacenza, la visita comprenderà la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, alla scoperta dei segreti e delle avventure legati al dipinto a olio su tela di Klimt “Ritratto di Signora”, acquistato dal collezionista Giuseppe Ricci Oddi nel 1925.
A Faenza tappa d’obbligo è quella della storica Bottega d’Arte ceramica Gatti, caratterizzata, fin dagli esordi della sua attività, per un’assidua ricerca di tecniche e di linguaggi innovativi e una produzione ricchissima di opere uniche.
Ad Ascoli Piceno, il Festival Art Nouveau Week racconta uno degli esempi di architettura Liberty più raffinati del centro Italia, con il Caffè Meletti, inaugurato nel 1907, in un edificio porticato con un florilegio di affreschi interni, tavolini, sedie in stile viennese, fine arredamento liberty, a raccontare un secolo di cultura, costume ed economia del territorio.
Il Festival Art Nouveau Week a Pesaro, invece, raccomanda la visita irrinunciabile alla storica manifattura Ceramiche Artistiche Molaroni, dal 1880 produttrice di maioliche d’arredamento interamente realizzate a mano, oggi ancora riconoscibile nella sede storica.
A Roma, un luogo nevralgico nel panorama dell’architettura Liberty è palazzo Montecitorio, sede del Parlamento italiano e della Camera dei deputati (1893), di cui colpisce la grande vetrata decorata che sovrasta l’aula e illumina l’ambiente circostante, opera del palermitano Ernesto Basile, attivissimo in Sicilia e di cui celebre è anche la splendida Villa Florio (1988-1903), gioiello del Liberty situata proprio a Palermo.
Ma nella capitale ad avere un certo risalto è il celebre quartiere Coppedè, da Gino (Luigi) Coppedè, architetto che lo progettò. Di maturo eclettismo, questi edifici amalgamano un medievalismo strutturale tipico della Toscana con elementi decorativi che si rifanno alla cultura figurativa orientale, nonché a dettami rinascimentali e al folklore mitteleuropeo, che rende il tutto sontuosissimo e originalissimo. Tra gli edifici più interessanti è da annoverare certamente Palazzo del ragno, finemente decorato e composto da un ingresso spettacolare. È abbellito sulla facciata da una splendida loggetta in stile rinascimentale.
Sempre a Roma, di grande ricercatezza ed eclettismo è il Villino delle fate, in cui sono riconoscibili i richiami orientaleggianti, goticheggianti e rinascimentali nella presenza delle quadrifore, delle trifore, delle bifore e nei decori, a tratti sontuosi, delle varie facciate.
O anche la Casina delle civette di Villa Torlonia, così denominata per la presenza di questo animale su di una delle vetrate esterne e per la ricorrenza di questa figura in altre parti dell’edificio, arredamento compreso, per volere del principe che la fece riedificare, Giovanni Torlonia jr, appassionato di esoterismo e che la abitò fino al 1938.
A Bari, in Puglia si possono ammirare notevoli edifici dell’Otto e primo Novecento, come il noto Teatro Petruzzelli, dalla splendida facciata rossa ravvivata da dettagli bianchi e dall’ampia cupola centrale, e il Teatro Margherita dalle due caratteristiche torri laterali all’ingresso, famoso anche per essere stato costruito sull’acqua. Nel cuore della città, in Via Sparano, è esemplare anche il monumentale palazzo Mincuzzi, progettato dall’architetto Aldo Forcignanò e dall’ingegner Gaetano Palmiotto e inaugurato nell’ottobre del 1928, un esempio di Liberty raffinatissimo ed estremamente elegante nella sua articolata decorazione delle facciate.
Sempre in Puglia, brilla di luce il Salento e Lecce, fra Liberty e Barocco. Il territorio è manifestazione di apprezzabili palazzi e ville di fine Ottocento e primi Novecento, che si velano nelle vie del centro storico di Lecce, per essere catturati dal fascino di simboli suggestivi che foderano le dimore di origine cinquecentesca, come nel caso del monumentale Palazzo Tamborino Cezzi, il cui elegante eclettismo alla moda Liberty e i ricordi moreschi e orientaleggianti, sempre vivi in Terra d’Otranto, lasciano il visitatore avvolto dalla magia di una terra unica.
La Sicilia brilla nello scacchiere internazionale per aver conosciuto lo stile Liberty che vive ancora in alcune dimore. A Palermo il Liberty è inevitabilmente correlato a due grandi nomi della cultura artistica di quegl’anni: Ernesto Basile, Vittorio Ducrot e la famiglia Florio. E tutta la città si riveste, nel giro di pochi anni, di lineamenti floreali luminosi e sinuosi, che ancora oggi si ritrovano in abitazioni, negli interni e nelle decorazioni esterne, in palazzi borghesi e nei chioschi.
Visite guidate in edifici normalmente chiusi al pubblico e numerose manifestazioni collaterali mettono in risalto il ricco patrimonio ‘Art Nouveau’ diffuso e ancora leggibile nelle nostre città siciliane, da Palermo a Catania: tour a piedi, concerti, conferenze, eventi speciali, attività per le famiglie e per le scuole, attività per le persone diversamente abili sono pronte per essere vissuti, da nord a sud Italia, dal grande pubblico del Festival Art Nouveau Week.
Una particolare attenzione nel panorama degli eventi programmati per il Festival Art Nouveau Week merita l’opera “Ritratto di signora” di Gustav Klimt che, dopo 23 anni dal furto, torna nella sua sede originaria, la Galleria Ricci Oddi di Piacenza. Trafugata nel 1997, ritrovata nel 2019, viene autenticata a gennaio 2020. Il dipinto sarà al centro del “Progetto Klimt”, che si svolgerà fino al 2022 con il supporto della Fondazione Klimt. E questa sarà anche l’occasione per visitare i luoghi più autentici della Piacenza Liberty, come il Teatro della Filodrammatica, l’Albergo San Marco e altri edifici che hanno rappresentato la Belle Époque in città.
Per alcune visite viene proposta la modalità virtuale, grazie alla quale sarà possibile, ad esempio, ammirare l’architettura torinese o conoscere la collezione Sforzesca di arti applicate dai propri dispositivi, grazie alla partnership tra Italia Liberty e Google Arts & Culture.
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