ROMA – La nomina di Andrea De Pasquale, ex direttore della Biblioteca nazionale di Roma, alla guida dell’Archivio Centrale dello Stato ha destato numerose polemiche che riguardano, non solo le sue competenze, ma anche l’acquisizione, per suo volere, dell’archivio di Pino Rauti da parte della Biblioteca nazionale. La vicenda risale al novembre del 2020. Il fatto contestato è che, acquisendo il fondo archivistico personale di Rauti, la Biblioteca “si limitò a riproporre un comunicato dai toni agiografici diffuso dalla famiglia senza alcuna contestualizzazione che spiegasse il ruolo dello stesso Rauti all’interno del neofascismo italiano”.
A chiedere un passo indietro al ministro delle Cultura, Dario Franceschini, sono stati appunto i parenti delle vittime delle stragi. Contro la nomina dell’ex direttore della Biblioteca nazionale di Roma, si era già espresso, lo scorso 2 agosto, il presidente dell’associazione delle vittime della strage di Bologna, Paolo Bolognesi che, in una lettera indirizzata al presidente del consiglio Mario Draghi e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, aveva chiesto di non procedere alla nomina di De Pasquale, citando propio il precedente relativo all’acquisizione dell’archivio Rauti. De Pasquale – secondo Bolognesi, Manlio Milani e Carlo Arnoldi, storici animatori delle associazioni di Milano (strage di Piazza Fontana) e Brescia (strage di Piazza della Loggia) – in quell’occasione avrebbe infatti “avallato un atteggiamento di scarsa autonomia scientifica e di compiacenza nei confronti della famiglia Rauti”.
Franceschini, rispondendo alla lettera di Bolognesi, spiega: “Ho letto con grande attenzione e rispetto le lettere e le dichiarazioni pubbliche sue e di esponenti delle associazioni delle vittime delle stragi sulla nomina del Direttore dell’Archivio Centrale dello Stato. Ho ben compreso la preoccupazione, perché da anni seguo e sostengo il vostro faticoso cammino alla ricerca della verità. Sento, per questo, il dovere di spiegare le ragioni della scelta, di cui mi assumo la piena responsabilità”.
“Tra i dirigenti del Ministero che hanno presentato domanda alla procedura di interpello – continua il ministro – ho ritenuto il dott. De Pasquale il più idoneo in quanto, oltre a possedere i necessari titoli di archivista, ha, negli ultimi anni, diretto con molta efficacia la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma avviando iniziative di alto livello culturale come gli ‘Spazi ‘900’ per acquisire e valorizzare archivi o biblioteche di grandi autori come Pierpaolo Pasolini, Elsa Morante e, da ultimo, Italo Calvino, il cui bellissimo spazio dedicato in biblioteca, con ricostruzione dello studio, è stato appena inaugurato”. “So bene – aggiunge – che, diversi mesi fa, si aprì una polemica in occasione dell’acquisizione tramite donazione, nell’ambito della ordinaria attività di biblioteche e archivi, del fondo Rauti, già vincolato nel 2017 dalla soprintendenza archivistica. Posto che dovere delle istituzioni è accogliere tutto il materiale documentale utile, ora e nel futuro, alla ricostruzione della storia e al lavoro degli studiosi indipendentemente (ci mancherebbe altro!) dai percorsi politici dei proprietari di quelle carte, in quella occasione apparve una nota nel sito del ministero che nel titolo definiva Rauti uno statista. La nota, di cui non era autore il dott. De Pasquale, fu ritirata nel giro di qualche ora e lo stesso scrisse subito una lettera, per spiegare e scusarsi, alle associazioni vittime delle stragi. Da parte mia, feci mandare al mio Capo di Gabinetto una nota con un richiamo severo agli uffici”.
“Ora – sottolinea Franceschini – non credo che questo episodio, del novembre 2020, possa essere un elemento sufficiente per mettere in discussione una nomina fatta, come doveroso, esclusivamente in base al curriculum professionale, con una procedura già completata da giorni con la firma mia e del Ministro della Funzione Pubblica, su delega del Presidente del Consiglio. In ogni caso, vorrei garantire l’impegno massimo e continuo, mio e del governo, affinché tutte le procedure previste dalle direttive Prodi, Renzi e Draghi vengano attuate con celerità e totale trasparenza. Per questo vorrei dirvi che le preoccupazioni non hanno ragione di esistere. Lo dimostrano anche le parole di pochi giorni fa con cui il neo direttore ha dissipato ogni dubbio sul suo totale impegno sull’assicurare la fruizione dei documenti oggetto di declassificazione in base alle direttive. Parole importanti per fugare dubbi, ma forse nemmeno necessarie, perché i dirigenti devono sempre e comunque applicare le norme, e così sarà, anche grazie alla vostra civica vigilanza e alle sollecitazioni che ci rivolgete e di cui vi ringrazio” – conclude il Ministro.