MILANO – Dapprima è l’essere umano e il suo volto, singolo o in coppia, al centro della ricerca artistica di Carola Mazot (Valdagno 1929 – Milano 2016) artista veneta di nascita, milanese di adozione, in seguito i volti si arricchiscono e vengono circondati da strumenti ad arco.
Dagli anni 80 ai 2000 sono invece i corpi in movimento, figure impetuose di atleti a dominare le composizioni, fino a cedere il passo alla natura, negli anni in cui l’artista vive fra Milano in una casa rurale sulle Alpi Lecchesi, fra i boschi che amava. Questi ultimi sono dipinti realizzati di getto, senza ripensamenti, paesaggi che lasciano immaginare spazi dove il bello della natura è ancora possibile.
Ragazza con violino Olio su Tela 60×80 1985Slancio – atleti Olio su tela 60×80 -2007
La mostra
La retrospettiva antologica “Un ritorno della poesia”, ospitata dal 16 ottobre a Cascina Roma, consolidato polo per l’arte contemporanea alle porte di Milano, intende ricostruire appunto il percorso artistico di Carola Mazot attraverso un centinaio di opere pittoriche, dalle prime tele, alcune delle quali mai esposte prima, fino alle ultime creazioni dell’età matura.
Si tratta di un viaggio poetico che inizia nei primi anni ‘60 con la formazione di Mazot presso l’Accademia di Brera, sotto la guida di Marino Marini e Giacomo Manzù. Sono anche gli anni in cui l’artista frequenta il Jamaica, lo storico locale di Brera che mise in contatto le molte figure dell’arte e della scrittura.
La sua opera rimane ancora oggi attuale e ricca di energia vitale. La mostra sarà visitabile fino al 14 novembre 2021.