CUNEO – Il gioco come strumento educativo, di aggregazione, opera d’arte e testimone di vita e memoria, è al centro della mostra “Giocare a regola d’arte”, a cura di Ermanno Tedeschi, in collaborazione con Christiana Fissore, direttrice del Museo di Mondovì, e Pompeo Vagliani, direttore del MUSLI (Museo della Scuola e del Libro per l’Infanzia) di Torino, ospitata dal 27 ottobre 2021 al 20 febbraio 2022 al Museo della Ceramica di Mondovì.
L’esposizione è parte di un programma più ampio, partito nel 2019 da Palermo con la mostra “Bimbumbam”, che proseguirà al Mann – Museo Archeologico di Napoli, al Negev Museum di Be’er Sheva in Israele e all’Art Museum – Man di Shanghai.
Le sezioni della mostra
L’esposizione è articolata in sei sezioni: il gioco come mezzo per tramandare la memoria: Matilde e l’ospedale delle bambole; il gioco di tornare bambini: la piazza di Mondovi’ e le bimbe di Margherita Grasselli; arte o gioco? entrambi!; il gioco per diventare grandi: il gioco che educa, il gioco per tornare bambini; il gioco semplice; la stanza dei giochi: il gioco degli adulti.
Giocattoli, opere d’arte, libri, ifumetti e fotografie dialogano con gli spazi del Momuc, coinvolgendo i visitatori in un percorso divertente e interattivo alla scoperta del “GIOCARE”, il sapere divertirsi, conservare un gioco, apprezzarlo in tutte le sue forme.
Ci sono poi alcuni focus specifici: Topolino, Pinocchio, il gioco degli Scacchi, il gioco d’azzardo contrapposto al gioco del risparmio.
Alberti_DOMINO COLOR 28 pezzi cm 8×5,5 cad. Prototipo. Esemplare unico Alberti_SCACCHIERA, cm 38×38, Edizione Berendsohn, 2011
Una speciale sezione
Nell’ambito della mostra, una sezione speciale sarà dedicata alla storia del chiodino Quercetti che, partendo dallo storico Coloredo e passando per il classico Fantacolor, arriva fino all’ultimo nato, il Pixel Art. Il visitatore, che avrà a disposizione migliaia di chiodini colorati, sarà invitato ad inserirli in autonomia nelle tavolette traforate appese a muro, al fine di riprodurre l’immagine del gallo, simbolo di Mondovì e del Museo della Ceramica. La figura sarà composta man mano da ogni visitatore, che diverrà artefice di un’opera di Pixel Art partecipata. Bambini e ragazzi, sotto la guida di personale qualificato, potranno partecipare ad un laboratorio in cui la creta e i famosi chiodini Quercetti saranno utilizzati per creare inediti mosaici colorati.

I giochi provenienti dal Musli
La serie di “giochi di ruolo” provenienti dal Musli prende spunto da una nota e preziosa ceramica Essevi di Enrico Vacchetti (1935 circa) presente al Museo, e raffigurante la bella lavanderina. Il pezzo più interessante è un lavatoio giocattolo italiano di fine Ottocento di produzione artigianale in legno e zinco che, in scala mignon, riproduce un lavatoio reale, perfettamente funzionante, in modo che la bimba, giocando, imparava a lavare veramente. Non poteva mancare il collegamento tra la produzione di servizi di piatti di Mondovì e il gioco molto diffuso del “servizio di piatti” per le bambole, di cui sono esposti alla Mostra interessanti esemplari. Dal Musli provengono, poi, preziosi volumi francesi, inglesi e italiani di Otto e Novecento che raffigurano bambine intente nel gioco con le bambole.
I giochi storici dal Museo Rocca de’ Baldi
In mostra le bambole della collezione della lucchese Renata Frediani e alcune Lenci in stoffa e in ceramica.
Fulcro della mostra saranno le proposte didattiche, dove verranno insegnati i valori del bello, della sostenibilità e della consapevolezza delle proprie azioni. Sono previste visite animate, dove l’operatore accompagnerà i genitori e i loro bimbi in una “passeggiata fantastica”, audiovisivi informativi, giochi interattivi, laboratori.

La collaborazione con il Museo Storico Reale Mutua
Reale Mutua collabora a un’importante sezione distaccata della mostra, ospitata all’interno di alcune sale del Museo Storico Reale Mutua, in via Garibaldi 22 a Torino. Le opere di Margherita Grasselli, Pietro D’Angelo e Antonio Marciano e gli approfondimenti legati all’ambiente della scuola e a quelli del lavoro, in collaborazione con il vicino Musli, raccontano la stretta connessione esistente tra il mondo dell’infanzia e i concetti di protezione e prevenzione, attraverso visite gratuite e inclusive, come consuetudine del Museo Storico della Compagnia.