ROMA – Sarà nei cinema italiani l’8, 9 e 10 novembre 2021, il documentario “Napoleone. Nel nome dell’arte”, con la guida eccezionale del Premio Oscar® Jeremy Irons. Il film, su soggetto di Didi Gnocchi, che firma la sceneggiatura con Matteo Moneta, è diretto da Giovanni Piscaglia e propone la colonna sonora originale del compositore e pianista Remo Anzovino.
Jeremy Irons_Braidense © Francesco Prandoni Jeremy Irons_Braidense © Francesco Prandoni
Napoleone e l’ idea di museo universale
Durante “l’angosciosa deriva di Sant’Elena”, prima della morte, Napoleone pensava – si legge nelle memorie – che i posteri lo avrebbero ammirato non solo per le battaglie, ma per avere portato al popolo cultura e bellezza, creando la scuola pubblica e l’idea moderna di museo universale. È a partire da questo aspetto della sua esistenza che nasce “Napoleone. Nel nome dell’arte”.
Il film inizia con l’incoronazione di Napoleone a re d’Italia nel Duomo di Milano il 26 maggio 1805: un momento che sottolinea lo stringente legame col mondo greco-romano, con quello rinascimentale e persino con l’eredità longobarda, rappresentata dalla Corona Ferrea che Napoleone volle indossare al culmine della cerimonia. Inoltre, per la prima volta dopo 200 anni, è stato fatto trascrivere, orchestrare ed eseguire in Duomo il Te Deum di Francesco Pollini, che fu composto e suonato per l’incoronazione e che è stato solo recentemente ritrovato.
Napoleone Iron Crown of Lombardy Occult History of the Third Reich Peter Crawford edit Napoleone Braidense © Francesco Prandoni
Luogo fondamentale del film è dunque Milano, scelta come prima capitale del regno d’Italia, città di forti simpatie napoleoniche. Centrali nella narrazione sono la Biblioteca Nazionale Braidense – con il manoscritto autografo de Il cinque maggio di Manzoni e i volumi della Description de l’Egypte – e la Pinacoteca di Brera, primo “museo universale” italiano, una sorta di “piccolo Louvre” dove far convergere il meglio della produzione italiana.
Milano fu, infatti, centro di ricezione e smistamento di opere, mentre Roma fu luogo privilegiato di “estrazione”, nonché portale attraverso cui riconnettersi ai miti di Alessandro Magno, Augusto e Adriano. Dal Museo Pio Clementino e dai Musei Capitolini, il film racconta l’odissea delle opere partite per Parigi e tornate a casa, in silenzio, di notte, nel 1816, grazie all’impegno di Canova.
Gli interventi nel film
Il documentario propone gli interventi di: Luigi Mascilli Migliorini, Storico, Università di Napoli e Direttore della rivista italiana di studi napoleonici; Salvatore Settis, Archeologo, storico dell’arte e Presidente del Consiglio Scientifico del Louvre; James Bradburne, Direttore Pinacoteca di Brera; Ilaria Sgarbozza, Storica dell’arte; Ernesto Ferrero, Scrittore, autore del romanzo “N”, premio Strega 2000; Cynthia Saltzman, Storica dell’arte e scrittrice; Jean-Luc Martinez, Presidente-Direttore Museo del Louvre; Assem El-Dessouki, Storico dell’Egitto Moderno; Aude Semat, Dipartimento di Arte Egizia, Metropolitan Museum, New York; Alberto Antonio Banti, Storico, Università di Pisa; Charles Bonaparte, ultimo discendente della famiglia Bonaparte; Peter Hicks, Storico, Fondation Napoléon; Chantal Prévot, Storica, Fondation Napoleon; Christophe Beyeler, Conservatore capo Musée Napoléon Ier, Fontainebleau; Marco Pupillo, Curatore Museo Napoleonico di Roma; Marco Belpoliti, Scrittore; Lucia Miazzo, Restauratrice; Vittorio Lingiardi, Psicoanalista; Benedetto Luigi Compagnoni, Direttore Archivio di Stato Milano; Adriàn Almoguera, Storico dell’architettura; Giuseppe Massimo Battaglini, Storico.
Napoleone at the_Great_St.Bernard Jacques Louis David Cultural InstituteÖsterreichische Galerie Belvedere
Ingres, Napoleone sul trono imperiale (1806)
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