MENDRISIO – A.R. Penck è sicuramente tra i più importanti artisti tedeschi della seconda metà del Novecento. Insieme a Baselitz, Lüpertz, Polke, Richter, Immendorff e Kiefer è, infatti, colui che ha saputo esprimere le contraddizioni della Germania post-nazista e del conflitto Est-Ovest, mediante un linguaggio originalissimo, seppur concepito nelle forme espressive tradizionali, come pittura, disegno e scultura.

Una retrospettiva che ripercorre le tappe principali del percorso creativo
Sono oltre 40 i dipinti di grande formato, 20 le sculture in bronzo, cartone e feltro, una cinquantina le opere su carta e libri d’artista esposte nella rassegna curata da Simone Soldini, Ulf Jensen e Barbara Paltenghi Malacrida, che intende ripercorrere le tappe principali del percorso creativo di Penck. Lo scopo è quello di fornire al pubblico gli strumenti per poter comprendere la struttura complessa e profonda di questo grande protagonista dell’arte contemporanea.
Nato a Dresda, Penck per decenni è attivo nella Germania dell’Est con opere di chiara ispirazione socialista. Molto osteggiato, espone raramente nell’allora DDR. È soltanto dall’inizio degli anni Settanta che Penck riesce a partecipare a mostre in Svizzera, Paesi Bassi e Canada, riscuotendo ampi consensi. Nel 1972 espone a Documenta 5 di Kassel chiamato da Szeemann; all’inizio degli anni Ottanta è tra i protagonisti delle rassegne New Spirit in painting (Londra) e Zeitgeist (Berlino).
La pittura monumentale di Penck, associata alle sue celeberrime figure stilizzate, sono gli strumenti attraverso i quali l’artista manifesta il suo pensiero, le proprie convinzioni teoriche ed estetiche. Nel 1980 Penck è già considerato uno dei protagonisti della scena pittorica mondiale, suscitando grande interesse a New York, dove Basquiat e Haring lo ammirano per la sua capacità di delineare la complessità del mondo con la spontaneità e l’immediatezza di un graffitista.
Standart 1969 colori a dispersione su tela 127.5 x 98.5 cm
© 2021, ProLitteris, Zurich
How it works (Come funziona) 1989 acrilico su tela
340 x 340 cm © 2021, ProLitteris, Zurich
Nel 1984 viene celebrato con una personale alla Biennale di Venezia; nel 1988 la Neue Nationalgalerie di Berlino lo consacra definitivamente con una grande retrospettiva.
Le fondamenta della sua pittura monumentale risalgono alla fine degli anni Sessanta, con la nascita del progetto Standart. Come una sorta di monumentale avatar, Standart simboleggia l’autocoscienza dell’artista, con cui Penck porta avanti il suo progetto solitario, in linea con le idee del Bauhaus: la trasformazione della società moderna secondo criteri estetici.
Mann Bewegung I (Uomo Movimento I) 1998 olio su tela
160 x 200 cm © 2021, ProLitteris, Zurich
Cosmic Blues 1981 olio su tela
95 x 90 cm © 2021, ProLitteris, Zurich
L’artista figura inoltre tra i protagonisti della scultura dell’ultimo trentennio. Si occupa di scultura fin dalla giovinezza, e il suo primo gruppo plastico è costituito dai modelli realizzati con materiali poveri nell’ambito del progetto Standart; a metà degli anni Settanta realizza a colpi d’ascia sculture in legno. A partire dal 1984 si concentra sulla tecnica di fusione in bronzo, lavorando a diversi formati fino a giungere alla dimensione monumentale, con un percorso analogo a quello già seguito in pittura.
Una grande scultura in bronzo dal titolo Ich Selbstbewusstsein (1987) è esposta nel chiostro all’ingresso del Museo.

Vademecum
A.R. Penck
Orari
ma-ve: 10.00 – 12.00 / 14.00 – 17.00
sa-do e festivi: 10.00 – 18.00
lunedì chiuso, tranne festivi.
Chiuso 24/25 dicembre 2021 e 1 gennaio 2022
Entrata
Intero chf/euro 12.- ridotto chf/euro 10.-
Catalogo
Monografia di 300 p. con illustrazioni a colori di tutte le opere in mostra, in vendita a chf/euro 38.-
Visite guidate e attività didattiche
Attività didattiche gratuite per allievi di scuola dell’infanzia, scuola elementare e scuola media.
Visite guidate per scuole superiori: chf/euro 60.-
Visite guidate di gruppo su richiesta con guida storica dell’arte
chf 100.-/euro 90.-
tel. +41. 058.688.33.50