NAPOLI – Nell’ambito del programma “Il MANN e la memoria”, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli presenta la mostra 19:34. Fotografie di Antonietta De Lillo La storia in presa diretta, che raccoglie oltre cento scatti, concessi dall’archivio di marechiarofilm, realizzati da Antonietta De Lillo all’indomani della scossa che colpì la Campania, il 23 novembre 1980.
Programmata inizialmente per il quarantennale del terremoto e rimandata per il lockdown che nel novembre 2020 costrinse i musei alla chiusura, la mostra, aperta dal 22 novembre 2021 al 2 maggio 2022, è indirizzata in particolare ai giovani e alle scuole.
Si tratta di un reportage che, oltre a documentare con giusta distanza la realtà di una tragedia, restituisce l’umanità che si cela dietro la cronaca.

“Trasmettere la memoria viva di ciò che è accaduto 41 anni fa – commenta il Direttore del MANN, Paolo Giulierini – è oggi, appena usciti dall’emergenza Covid19, ancora più significativo. Insieme al ricordo della tragedia vogliamo indicare alle giovani generazioni anche e soprattutto la forza e i sentimenti di solidarietà e la voglia di rinascita che trasmettono le immagini di questa emozionante mostra. Gli inediti scatti ‘in presa diretta’ di Antonietta De Lillo ci fanno infatti riflettere su una umanità sicuramente non differente da quella che soffrì per simili eventi nell’antichità. Ed anche nel dolore provocato dal terremoto e nella strenua opposizione alla natura matrigna si può riconoscere una delle tante identità delle genti del Mediterraneo. Una terra abituata a tremare quella del Sud Italia. Basti pensare al terribile terremoto del 62 d.C. che colpì proprio Pompei ed Ercolano e ai lavori di ristrutturazione degli edifici, mai ultimati, le cui testimonianze sono state suggellate dall’eruzione del 79 d.C.”

La ventenne Antonietta De Lillo tra le macerie
Partita verso i comuni dell’entroterra colpiti dal sisma, con la sua Renault 4 e le macchine fotografiche, Antonietta De Lillo, allora ventenne, racconta i paesi ridotti in macerie, i primi soccorsi, i gruppi di ricerca, il dramma dei ritrovamenti. Il reportage ci accompagna nelle settimane successive: ecco gli accampamenti, le roulotte e i prefabbricati, i volontari che giungono da tutta Italia, l’arrivo della neve fino al disgelo, alle soglie di una fragile, ma coraggiosa ripresa. Napoli è la tappa iniziale da cui si protrae il viaggio della fotoreporter: Piazza del Plebiscito, affollata da cittadini e automobili, all’indomani del sisma, riporta il visitatore nel cuore di una città vittima di sconforto e paura. Le immagini di Via Stadera, dove avvenne il crollo più grave nell’area metropolitana, sono la premessa del percorso di indagine che condurrà l’autrice nei borghi dell’Irpinia distrutti.
“Un altro aspetto fondamentale, nel solco della nostra ricerca su ‘Il MANN e la memoria’ dedicata alla città – aggiunge Giulierini – è l’apporto che diedero proprio i giovani, ‘i ragazzi del 1980’, alla rinascita del museo post terremoto. Dalla crescita del nostro laboratorio di restauro, alla definizione di una vera e propria ‘coscienza archeologica’ della città, questi aspetti sono ricordati nel contributo video del prof. Antonio De Simone che di quei giorni fu protagonista. Ed è da questa storia che nasce il nostro forte impegno in tema di sicurezza e beni culturali. Perché le grandi crisi, ieri come oggi, devono indicarci la strada per un futuro migliore”.
Ad accompagnare il percorso espositivo è un tappeto sonoro tratto dall’archivio di Rai Teche, con le voci dei telegiornali e radiogiornali dell’epoca. Le foto invece sono commentate da frasi tratte dai giornali dell’epoca, in particolare dal quotidiano Il Mattino, e da servizi televisivi.
Chiude l’esposizione l’illustrazione dei recenti studi sull’antisismica condotti con l’Università degli studi Federico II Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura (DiSt) diretto da prof. Andrea Prota.
Ad arricchire l’esposizione un catalogo edito dal MANN con contributi del Direttore del MANN Paolo Giulierini e del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, così come di Antonietta De Lillo, Andrea Prota, Antonio De Simone, Titta Fiore, Gaty Sepe, Antonello Caporale e Giovanni Fiorentino. Nel volume, vi sono anche toccanti testimonianze di sopravvissuti.