ROMA – E’ costruita attorno al dipinto Giovane donna, olio su tela del 1909 di Pablo Picasso, la mostra ospitata dal 15 febbraio al 15 maggio 2020 alla rhinoceros gallery all’interno di Palazzo rhinoceros, il polo culturale affacciato sull’Arco di Giano, progettato da Jean Nouvel, cuore delle sperimentazioni artistiche e culturali della Fondazione Alda Fendi – Esperimenti.
L’opera è un capolavoro cubista mai esposto prima d’ora in Italia, proveniente dalle collezioni del Museo Statale dell’Ermitage di San Pietroburgo in Russia.
Si tratta del terzo capolavoro in prestito dal Museo russo, dopo L’Adolescente di Michelangelo e i San Pietro e San Paolo di El Greco.
Un dipinto che celebra il trionfo del disegno
Giovane donna appartiene alle opere preminenti di Pablo Picasso ed è un esempio peculiare della ricerca del pittore nella fase del Cubismo analitico.
Protagonista del dipinto è la modella, per quasi 8 anni sua amante, Fernanda Olivier. La donna, rappresentata nuda su una poltrona di forma complessa, si staglia su uno sfondo neutro, scuro e astratto. I suoi occhi sono chiusi, sembra dormiente oppure sognante e la sua testa è leggermente inclinata. Manca una fonte di luce e le parti in cui si scompone il suo corpo sembrano illuminarsi di una luce interna. La corporalità descritta da Picasso è atipica e scultorea. L’estrema semplificazione della forma che si squaderna in molteplici sfaccettature è la componente essenziale di una pittura che si libera di tutti i dettagli secondari, celebrando il trionfo del disegno con linee ora dritte ora arrotondate.
Come scrive nel testo critico che accompagna la mostra Olga Leontjeva, curatrice della pittura francese della seconda metà del XIX e del XX secolo del Museo Statale Ermitage. “Il suo personaggio diventa quasi effimero, si dissolve nel gioco delle sfaccettature, delle macchie chiare, si fonde con lo sfondo”.
La provenienza dell’opera
Il dipinto apparteneva a Sergej Ščukin, celebre collezionista e mercante moscovita di opere del Modernismo francese, e fu da lui acquistato direttamente dall’artista. Ščukin conobbe l’arte di Picasso a Parigi, frequentando l’appartamento di Leo e Gertrude Stein in Rue Fleurus che custodiva la più rappresentativa raccolta delle opere prodotte dall’artista fino ad allora. Fu Matisse nel 1908 ad accompagnare per la prima volta Ščukin nell’atelier di Picasso, dove potè ammirare Les demoiselles d’Avignon.
In mostra alla rhinoceros gallery è presente una rara fotografia della sala del palazzo di Ščukin dedicata a Pablo Picasso nel 1914, nella quale si vede anche l’opera Giovane donna: in un ambiente di appena venticinque metri quadrati con le pareti bianche e un soffitto a cupola, si affollavano cinquantuno lavori disposti su più file appartenenti al periodo blu, rosa e cubista del pittore.
Requisite dallo Stato a seguito della Rivoluzione del 1917, tutte le opere della straordinaria collezione Ščukin furono nazionalizzate e tenute per oltre trenta anni nei depositi, bollate come “decadenti”. Nel 1948 una parte delle di esse venne destinata all’Ermitage e solo negli anni Cinquanta iniziò finalmente a essere esposta.

L’allestimento che esalta l’armonia dell’arte di Picasso
Per questa esposizione Raffaele Curi ha realizzato un inedito percorso immersivo e multimediale capace di mescolare musica, danza (dal Ballet Nacional de España al balletto Parade di Erik Satie) e memorie fotografiche della vita del pittore, con un particolare focus dedicato al rapporto tra l’artista spagnolo e l’attore italiano Raf Vallone.
Curi concepisce la mostra come un teatro, nel quale giganteggia un unico protagonista: lui, Pablo Picasso, con la sua Giovane donna. E’ musicale la chiave di letturadel percorso che intende esaltarel’intima armonia dell’arte di Picasso.
“Pi-cas-so il destino di un uomo in un cognome! – racconta Curi – Ero un bambino di sette anni quando il mio maestro pronunciò per la prima volta il suono da concerto di Pi-cas-so, un artista legato fortemente alla musica. E le sue rivoluzioni pittoriche dal figurativismo al cubismo analitico seguono il classico quasi jazz di Satie, le pavane di Ravel, l’acciaio dorato di Stravinskij. Per me è musica da sempre: PI-CAS-SO”.
Il focus su Raf Vallone
La mostra propone anche un focus che racconta il rapporto tra Picasso e l’attore Raf Vallone, uno dei pochi personaggi italiani di cui l’artista fu amico, attraverso le fotografie provenienti dall’archivio del figlio Saverio Vallone. Una foto lo ritrae a casa di Picasso a Parigi. In un’altra del 1958, scattata nel suo camerino, Vallone è in compagnia del pittore, di Jean-Paul Sartre e di Jacques Prévert.
Accanto alle fotografie di Vallone, viene presentata una selezione di immagini della eccezionale vita privata di Pablo Picasso: scatti che lo vedono al fianco di tante personalità dell’epoca, appartenenti al mondo dell’arte, del cinema, della letteratura, della politica e che raccontano la costellazione delle sue amicizie, i suoi amori, la mondanità e l’intimità.
Alda Fendi e il suo mecenatismo
Alda Fendi, mecenate ribelle innamorata della Città Eterna, si fa ancora una volta promotrice di una riflessione più ampia sul ruolo e sull’importanza del mecenatismo culturale. Per questo, lungo il percorso espositivo, Alda Fendi si rispecchia idealmente nel ritratto di Gertrude Stein dipinto da Picasso a Parigi tra il 1905 e il 1906. Gertrude Stein fu protettrice di artisti e nel loro studio a Montparnasse, vero e proprio cenacolo culturale tra i più vivaci del suo tempo, trovò posto una delle prime mirabili collezioni di arte cubista della storia: non solo Picasso, ma anche Matisse e Derain.
“Gertrude Stein – spiega Alda Fendi – con il suo gesto accogliente sceglie il talento di Picasso, ne è musa e talvolta consigliera, e tra le numerosissime donne amate dal pittore, forse la preferita. Forza del Mecenatismo e impietosa legge del talento, così scintillante di perdoni e follie. Picasso, il diamante della Stein, regala, attraverso di lei, l’irradiazione che solo il genio sa donare, negando sé stesso al mondo”.
Alessia Caruso Fendi, direttrice della galleria, sottolinendo l’importanza di questo nuovo appuntamento con l’Ermitage, afferma: “La rhinoceros gallery è un unicum: spazio che presenta opere di artisti, evocazioni culturali, snodi concettuali resi attraverso trasformazioni digitali, ispirazioni musicali. È un contenitore di afflati artistici dalle molteplici facce”.
Vademecum
rhinoceros gallery
Indirizzo: Roma, via del Velabro 9A
La mostra è aperta dal martedì alla domenica dalle 11.00 alle 24.00.
Ingresso gratuito. È necessaria la prenotazione rhinocerosroma.com
Per informazioni:
(+39) 340.6430435