TRENTO – La Galleria del Levante, fondata nel 1962 dall’intellettuale Emilio Bertonati, che la diresse fino al 1981, fu un importante punto di riferimento per collezionisti, artisti, critici e appassionati d’arte.

La storia della Galleria rappresenta quindi un momento cruciale nella più ampia storia espositiva italiana. A raccontarla è una mostra al Mart di Rovereto, a cura di Alessandra Tiddia, dal titolo “Simbolismo e Nuova Oggettività. La Galleria del Levante”, visitabile fino al 12 giugno 2022.
In esposizione 220 opere, di cui circa 60 fotografie, provenienti dalle collezioni pubbliche o private a cui appartengono oggi. La mostra dialoga e valorizza anche il patrimonio del Mart che custodisce e studia diversi tra gli artisti selezionati da Bertonati. In particolare, provengono dalle raccolte roveretane il Ritratto di Frieda Cornelius di Christian Schad, I ciclisti di Franz Radziwill, tre opere, due disegni e una lampada di Luciano Baldessari.
Fernand Khnopff, Labbra rosse, 1897, Collezione Christophe Karel Henri de Neréè tot Babberich, Bambina. Sic transit, 1904, Collezione privata Gustav Klimt, Nudo di schiena con i capelli lunghi, 1917-1918, Collezione privata
Il percorso espositivo
Il percorso espositivo è suddiviso in sette sezioni, a partire da un’anticamera nella quale trova collocazione una selezione dei cataloghi pubblicati dalla Galleria del Levante, contenenti saggi dei maggiori critici e intellettuali.
Dopo una sala dedicata al Gallerista, l’esposizione prosegue con due sale sul Simbolismo, in cui è possibile ammirare La primavera di Maximilian Lenz, sodale amico di Gustav Klimt, di cui nella stessa sezione troviamo il prezioso disegno Nudo di schiena con i capelli lunghi, del 1918.
La mostra procede tra opere di artisti noti, come Fernand Khnopff e Max Oppenheimer, ma anche di nomi oggi pressoché sconosciuti, come Alphonse Osbert, Émile Fabry e Charles Doudelet.
Il percorso continua con la sala dedicata al Realismo Magico e ai Valori Plastici rappresentati rispettivamente da Cagnaccio di San Pietro e da Edita Broglio.
Si prosegue con la sezione dedicata alla Germania degli anni Trenta in cui emerge un’atmosfera perturbante, influenzata dalle contradizioni che segnarono il particolare momento storico. Se i pezzi da novanta sono Christian Schad e Rudolf Schlichter,che si avvicina al Surrealismo, determinante è la scoperta di opere di artisti raramente presentati in Italia come Franz Radzwill, Volker Böhringer e Karl Hubbuch.
Christian Schad, Ritratto di Frieda Cornelius, 1928, Collezione Zina Lanteri Rudolf Schlichter, Mia moglie con il gatto, 1930, Collezione privata
Segue una sezione dedicata al Pittorialismo e alla fotografia a cui negli anni Settanta Bertonati dedicò diverse ricerche e pubblicazioni. In mostra ritratti, fotografia sperimentale e fotogiornalismo sono organizzati in piccoli nuclei monografici. Uno di questi è dedicato al “barone Guglielmo” Wilhelm von Gloeden, presente con un’opera anche nella mostra su Antonio Canova (fino al 18 aprile).
La mostra si chiude con un’appendice sui “nuovi realismi” tedeschi degli anni Settanta dedicata alla generazione di giovani pittori a cui Bertonati si appassionò come Werner Tübke e Heinz Zander.
Il rapido cambiamento internazionale che prelude l’estetica degli anni Ottanta è rappresentato da due opere del 1974 Terry Pastor, che disegnò le copertine per Hunky Dory e Ziggy Stardust di David Bowie.
Accompagna l’esposizione un catalogo con riproduzione della totalità delle opere esposte, un testo di Vittorio Sgarbi, saggi di Alessandra Tiddia, Valerio Terraroli, Francesco Parisi, Monica Bonzini, Alessandra Quattordio, Maria Flora Giubilei, Elena Pontiggia. Completano l’opera le testimonianze delle collaboratrici di Emilio Bertonati, oggi note galleriste Chiara Fasser, Marion Grčić-Ziersch e Viola Roehr von Alvensleben; della gallerista Maria Paola Maino e del critico Renato Barilli.
Vademecum
MartRovereto
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Orari
mart-dom 10.00-18.00
ven 10.00-21.00
lunedì chiuso
Tariffe
Intero 11 Euro
Ridotto 7 Euro
Gratuito fino ai 14 anni e persone con disabilità