PARIGI – Sono gli “stick” inconsumabili del torinese Salvatore Zito ad inaugurare la nuova galleria A.R.P., Art Research Paris, situata proprio di fronte all’Eliseo, aperta dal gallerista Jean-Jacques Wattel, già notissimo esperto d’arte della casa d’aste Tajan, insieme a François Coudert.
Si tratta di un grande spazio innovativo dedicato alla sperimentazione e alla ricerca nel campo dell’arte contemporanea. Forse proprio per questo motivo ha scelto di ospitare le opere di Zito, che Gianni Vattimo ha definito “un pittore dell’ulteriorità, che nasconde e fa presenti gli orizzonti ulteriori”.
Il vernissage della mostra si terrà il 21 aprile 2022 e l’esposizione continuerà sino al 3 maggio, salvo proroghe, al 174 di rue du Faubourg Saint-Honoré.
Zito, non solo opere fisiche ma anche e soprattutto gli Nft
Salvatore Zito può considerarsi a tutti gli effetti un pioniere dei Non-fungible token, tra i primi al mondo ad effettuare la digitalizzazione di lavori reali e il primo artista di Torino ad aver intrapreso questa strada.
Il suo è tuttavia un lavoro che non nasce dentro un PC, ma parte dalla tele per ri-nascere in un’unica diversa opera, con la creazione di algoritmi che diventano figure in movimento, negoziabili in criptovaluta e ricercati dai nuovi collezionisti in linea con la filosofia del Metaverso.
A Parigi l’artista presenta 40 opere uniche che appartengono alla collezione “Leggeri Stick Spinosi”: i celebri stick o “Pinguini” di Zito, presenti in molte collezioni pubbliche e private. In esposizione anche 7 sculture policrome in legno e smalto.
In questo caso i recenti dipinti rimandano alla pandemia vissuta, al lockdown e agli odierni scenari di guerra.
«Le singole opere non hanno titoli, perché il messaggio deve arrivare all’osservatore senza mediazione verbale” – spiega l’artista. “Ci sono tanti significati in questo ciclo – aggiunge Zito – molti dei quali afferenti agli ultimi anni che abbiamo vissuto: il senso di costringimento e chiusura, ma anche quello di possibile liberazione, che offrono gli stick fatti di filo spinato o emergenti come forma incorporea dallo stesso».
La pandemia e la guerra in Ucraina
Le quattro opere Nft si intitolano Spiny Ice-cream, Abrasive Ice-cream, Hive Ice-cream e Over the freedom. Corrispondono ai quadri inediti di Zito, che Wattel ha voluto per inaugurare la sua galleria parigina.
Due di queste nuove opere materiche sono state realizzate durante la pandemia da Covid-19.
Cieli azzurri, luminosi, freschi, parlano di libertà e di spazi aperti inarrivabili però per chi li guarda, che resta dietro a un filo spinato. Si assapora l’ebbrezza attraverso la breccia delineata dalla forma dello stick, ma non ci si può immergere, né raggiungerla. Oppure è il cielo stesso a essere rinchiuso, trattenuto dallo stick spinato che imprigiona i cirri, costretti vicini, ammassati ma pronti a esplodere per sganciarsi da un momento all’altro.
Altri due inediti dipinti, invece, sono nati a marzo 2022. Il mese della guerra in Ucraina, con la distruzione, le atrocità. La vita e la leggerezza sono sequestrate dalla paura, dalle bombe che uccidono o che mettono in fuga. Ed ecco che l’allegria di un aquilone colorato arresta la spensieratezza dell’infanzia, quell’emozione davanti alla semplicità, svanisce. Il saper volare è fermato, catturato: il vento soffia ancora e l’aquilone sembra voler tornare a esserne sospinto, ma più si muove più si dilania. Il filo spinato si spezza nel tentativo dell’aquilone di riprendere il suo volo.
«Inconsciamente o consciamente, l’artista traduce nell’opera quello che vede e vive. Nell’estetica dei miei ultimi lavori ho trasferito il senso claustrofobicodel periodo storico che stiamo attraversando» – commenta il pittore.
Una visione onirica neo-pop densa di ironia
Zito sceglie lo stick, il gelato col bastoncino, il Pinguino nato nel secolo scorso a Torino, e lo trasforma in un’icona tributo alla città.
Con un sapiente uso cromatico, sulla tela di Zito quel piacere momentaneo, che si consuma velocemente e delizia il palato, si ribalta, diventa inconsumabile, il concetto di tempo si capovolge e muta in un’opera che dura. Si tratta di opere che conducono l’osservatore in una visione onirica neo-pop, densa di ironia. Del gelato da passeggio, solo lo stecco di legno rimane nudo, il resto è un “ricoperto” di metaforico significato. Così un oggetto ludico, infantile si riveste di verde acido, di aculei, di spine, di chiodi e api. Affiora una dimensione ibrida in cui l’originale morbidezza convive e si contrappone con una suggestione pungente.
Chi guarda si trova in una sospensione sensoriale: ne è attratto e respinto al tempo stesso.

Il passaggio agli NFT
Zito, come già accennato, è stato tra i primi ad utilizzare gli NFT in Italia e tra i primissimi al mondo a trasferire in codice binario opere fisiche e reali. Attraverso la stretta collaborazione con la galleria d’arte digitale torinese Hesos Art le sue opere hanno preso vita nella terza dimensione.
«Da sempre – spiega Zito – gli artisti cercano di sfondare il muro della seconda dimensione, giocando con le ombre, i chiaroscuri, in una ricerca perpetua di profondità e prospettive. L’arte ha sempre sfidato lo spazio, sperimentando forme e colori. L’intenzione è ricreare il movimento, la sua suggestione pur restando statica, dominante è l’esplorazione delle dimensioni, la volontà di andare oltre».
In un Nft, l’opera si muove e il suo racconto si espande. Nella terza dimensione si arricchisce di suoni e movimenti. Così i token “Ice cream” si animano: lo stecco ruota mentre gli aculei lo infilzano; le api ronzano e girano per proteggere il nettare del loro alveare che riveste sullo stick.