VENEZIA – In occasione della 59. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, le OGR Torino tornano a Venezia, negli spazi del Complesso dell’Ospedaletto, con il progetto “Alluvium”, a cura di Samuele Piazza, che presenta per la prima volta in laguna il trio di artisti iraniani Ramin Haerizadeh, Rokni Haerizadeh e Hesam Rahmanian.

“Presentare il lavoro degli artisti Ramin Haerizadeh, Rokni Haerizadeh e Hesam Rahmanian a Venezia non solo ha diverse risonanze con il contesto circostante ma sottolinea anche un naturale collegamento tra la città e la mission di OGR Torino” – afferma Massimo Lapucci, CEO di OGR Torino e Segretario Generale di Fondazione CRT, che sostiene il progetto – “Venezia, infatti, per l’unicità della sua configurazione richiama da sempre la pratica dell’arte e del genio umano: sviluppata su più livelli a partire dalle palafitte che hanno reso edificabili le isole della laguna, è cresciuta su se stessa, in un palinsesto di restauri e costruzioni, nuove estetiche e contributi di diversi popoli che hanno portato a una stratificazione fisica della città e a una sedimentazione culturale continua. Processi molto vicini anche a OGR Torino, istituzione che dal 2017 a oggi – grazie alla visione disegnata e realizzata da Fondazione CRT – ha fatto della conservazione e del rinnovamento il principale punto di partenza per la costruzione di una nuova storia all’insegna dell’arte, della cultura contemporanea, della ricerca e dell’innovazione.”


Alluvium, ritratto inedito del presente
Il titolo “Alluvium” rimanda all’argilla, alla ghiaia, al limo depositati dall’acqua corrente e si presta a varie letture. Richiama la materialità dei dipinti presentati in mostra e del loro supporto fisico in terracotta e metaforicamente i resti di un flusso più astratto: i detriti lasciati dal flusso di notizie, immagini culturali e storia che gli artisti setacciano e scansionano e da cui pescano materiali sedimentati, raccolti per guadagnare nuova vita, in un atto di resistenza e creazione di una contro narrazione.

L’installazione di compone di una serie di strutture che gli artisti hanno realizzato in collaborazione con un fabbro di base a Dubai, Mohammed Rahis Mollah. Queste sculture in ferro reggono una serie di piatti in terracotta, prodotti da artigiani locali, secondo la tradizione mediorientale. I piatti accolgono i dipinti degli artisti creando composizioni e costellazioni in delicato equilibrio. Ogni struttura ha una coerenza propria, ma entra in relazione con le altre opere, funzionando come vera e propria traduzione, e al tempo stesso, partitura per lo sviluppo di nuove gestualità e performance.

I dipinti e i collage sui piatti sono frutto di una riscrittura delle immagini provenienti dalle news: al flusso di immagini a cui siamo esposti, e che va a comporre una narrazione ufficiale, si contrappone una riscrittura che traccia una registrazione dei nostri tempi, creando un nuovo immaginario alternativo a queste rappresentazioni; sovrapponendosi alle immagini per modificarle, replicandole e ridisegnandole secondo nuovi assi geometrici come nelle ceramiche islamiche, astraendole con fondi piatti come nelle miniature persiane, tracciano un ritratto inedito del presente.
Questo approccio compositivo che nasce in diretto confronto con la realtà è un interessante collegamento con la pratica di Ramin, Rokni e Hesam. Un ulteriore legame tra il lavoro degli artisti e il contesto veneziano è connaturato nella storia della città, ponte verso il Medioriente, aperto alle influenze estetiche e culturali dei modelli islamici, che i veneziani hanno fatto propri fin dal Medioevo.
ALLUVIUM
di Ramin Haerizadeh, Rokni Haerizadeh e Hesam Rahmanian
un progetto di OGR Torino
a cura di Samuele Piazza
con il sostegno di Fondazione CRT
con il contributo di Galerie In Situ-fabienne leclerc, Grand Paris
23 aprile – 27 novembre 2022
Complesso dell’Ospedaletto
Barbaria de le Tole 6691 Venezia