ALBA (CN) – Un progetto articolato in sette sezioni, con oltre 50 opere esposte, ricostruisce doviziosamente l’agire artistico del pittore e incisore torinese Giacomo Soffiantino (1929-2013).
Soffiantino. Tra oggetto e indefinito è il titolo della mostra a cura di Luca Beatrice, Michele Bramante e Adriano Olivieri, ospitata da sabato 7 maggio a giovedì 30 giugno 2022 alla Fondazione Ferrero di Alba.
Nato a Torino nel 1929, Giacomo Soffiantino frequenta l’Accademia Albertina dove è allievo di Francesco Menzio, celebre pittore torinese parte del gruppo dei “Sei di Torino”, a loro volta formatisi presso la scuola di pittura di Felice Casorati. Nel vivace ambiente artistico torinese, Soffiantino definisce il proprio linguaggio al fianco di artisti a lui coevi come Nino e Giuseppe Ajmone, Francesco Casorati, Mauro Chessa, Mario Merz e Francesco Tabusso, con cui condivide le prime esperienze espositive.

Dall’approccio informale alla sensibilità naturalistica
Il percorso in tappe conduce il visitatore alla scoperta del lavoro dell’artista a partire dagli esordi, caratterizzati da un approccio aniconico-informale, passando poi per la sensibilità “naturalistica” delle opere mature, sino agli esiti più recenti degli anni Dieci del Duemila.
Se nelle fasi iniziali l’opera di Soffiantino, infatti, può essere assimilata alla corrente internazionale dell’arte informale, ciò che davvero la contraddistingue è l’attenzione molto particolare rivolta alla natura, che negli anni si trasforma in una tensione sempre più consistente tra astrazione e figura.

Altro aspetto centrale nell’arte di Soffiantino è il tema della luce. L’artista guarda all’opera di maestri come Monet, Turner, Rembrandt, quest’ultimo da lui considerato «il pittore eccezionale dell’ombra e della luce». In mostra è presente L’Omaggio a Rembrandt (1966), che testimonia appunto lo studio e l’ammirazione verso l’opera del pittore olandese.
Ricorrenti nella pittura di Soffiantino anche tematiche esistenziali come la riflessione sulla vita e i suoi enigmi. “Esistenza” è la sezione in mostra che si concentra su questo aspetto. Mentre la sezione “Continuità”, che è anche il titolo di un ciclo pittorico, si addentra nell’analisi del segno che anima l’opera dell’artista torinese.

Chiude la mostra “Epilogo” che riunisce opere degli anni Duemila, periodo ricco di riconoscimenti per l’artista, ma non privo di tensioni sperimentali ancora riscontrabili all’interno della sua produzione.
«La pittura di Soffiantino apre porte e le socchiude. Osserva il reale e lo trasfigura. Offre domande e non dà risposte;» – spiega Luca Beatrice – «mentre l’avanguardia del suo tempo si concentrava sull’uscita dalla pittura, c’era chi continuava a sperimentare soluzioni mai ovvie all’interno del supporto tradizionale. Soffiantino è tra questi: la sua è una generazione di mezzo dell’arte italiana che come tale ha bisogno di periodiche riletture per non risultare schiacciata.»
Accompagna la rassegnaun catalogo edito da Skira che raccoglie i contributi critici dei tre curatori, gli interventi di Carlotta Soffiantino, figlia dell’artista alla guida dell’Archivio Soffiantino, e del critico d‘arte Marco Vallora, oltre a un’ampia documentazione iconografica.
Vademecum
Soffiantino.
Tra oggetto e indefinito
a cura di Luca Beatrice, Michele Bramante, Adriano Olivieri
dal 7 maggio al 30 giugno
Fondazione Ferrero
Strada di mezzo, 44, 12051 Alba (Cuneo) Italia
Ingresso gratuito
Ore 15.00 – 18.00