VENEZIA -La Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro ha dato il via (sperimentale), al secondo piano del Palazzo, a un riallestimento temporaneo in occasione della mostra Da Donatello a Alessandro Vittoria, 1450 – 1600. 150 anni di scultura nella Repubblica di Venezia, curata da Toto Bergamo Rossi, direttore di Venetian Heritage e da Claudia Cremonini, direttore della Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro.
L’esposizione dedicata alla scultura occupa tutte le sale del primo piano. Per questo è stato realizzato un nuovo allestimento della collezione permanente, che prevede inediti accostamenti tra opere affini per genere o provenienza, in attesa del futuro ripensamento globale degli spazi e dell’ordinamento del museo.
Grazie a una serie di lavori di ampio respiro che inizieranno nel dicembre 2022 coinvolgendo anche ingressi e spazi di servizio, finanziati da Venetian Heritage (3 milioni di euro), la Ca’ d’Oro sarà poi sottoposta a un generale aggiornamento in linea con le attuali esigenze dei visitatori.

Il nuovo percorso espositivo
Mentre le sale del primo piano vedono protagonista la scultura con la mostra Da Donatello a Alessandro Vittoria, 1450 – 1600, il secondo piano si rinnova con un allestimento della collezione permanente di Ca’ d’Oro incentrato principalmente sulla pittura. La Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro rappresenta un unicum nell’offerta museale cittadina, grazie all’integrazione tra il lascito della collezione privata del barone Franchetti e la selezione di opere da raccolte pubbliche ad esso aggregata.

La prima sala del piano superiore è dedicata alle opere dei cosiddetti “primitivi” e a maestri rari e minori di area toscana e centro italiana attivi tra il XV e il XVI secolo. Questo spazio, speculare a quello che veniva occupato dalla stessa selezione di dipinti al primo piano, è caratterizzato da pareti blu lapislazzulo in modo da far risaltare le dorature delle opere che sono caratteristiche di un certo collezionismo cosmopolita di fine ‘800 e inizio ‘900, di cui il barone Giorgio Franchetti era esponente. Tra i lavori più interessanti un desco da nozze di Girolamo di Benvenuto (Siena, 1470-1524) raffigurante Ercole al bivio e un desco da parto attribuito a Domenico di Bartolo (Asciano, 1400/04 – Siena, 1444/47), soggetti rarissimi nelle collezioni veneziane che arrivano in laguna per la prima volta proprio grazie alle acquisizioni effettuate da Franchetti in gioventù a Firenze.

Nel portego al secondo piano, oltre agli affreschi del giovane Tiziano (Pieve di Cadore, 1490 – Venezia, 1576) per il Fondaco dei Tedeschi, musealizzati presso la Ca’ d’Oro nel 1967, le raffigurazioni di Venere di Paris Bordon (Treviso, 1500 – Venezia, 1571) – Venere dormiente – e dello stesso Tiziano – Venere allo specchio – esplorano il tema del soggetto intimo e della figura femminile. Fanno da contraltare i ritratti più politici e pubblici, come Ritratto del procuratore Alessandro Bon del Tintoretto (Venezia, 1518 – 1594) e il Ritratto di Marcello Durazzo di Antoon van Dyck (Anversa, 1599 – Londra, 1641) e i busti dei cardinali Agostino e Pietro Valier di Gian Lorenzo Bernini (Napoli, 1598 – Roma 1680). Al tema del ritratto pubblico e privato si affianca quello delle vedute veneziane che vede protagoniste sono le due tele di Francesco Guardi (Venezia, 1712 – 1793) della collezione Franchetti a cui si aggiungono due capricci architettonici di Giovanni Migliara (Alessandria, 1785 – Milano, 1837), per lungo tempo nei depositi e riesposti per l’occasione.
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