ORISTANO – Nasce dall’idea di Salvatore Garau il MACCAB, il museo d’arte contemporanea a cielo aperto dedicato ai bambini, voluto per sensibilizzare l’opinione pubblica verso l’ingiustificato abbattimento di 50 enormi pini che l’amministrazione comunale di Oristano sulla marina di Torregrande.
L’idea, che ha subito trovato il consenso da parte dell’opinione pubblica e della popolazione, stabilisce che i pini presenti sul lungomare da oltre sessant’anni e che dovrebbero essere abbattuti, non sono più solo opere d’arte della natura ma vere e proprie Sculture Viventi di Arte Contemporanea, grazie anche a una targa firmata dall’artista che riporta un titolo appropriato per ogni albero.


Martedì 28 giugno, alle 11, sul lungomare di Torregrande Salvatore Garau ha certificato un primo gruppo di 37 alberi (36 più uno invisibile) ai quali seguiranno gli altri 13, mentre nei prossimi mesi, se il comune sposerà l’iniziativa, negli spazi liberi tra un albero e l’altro verranno installate le opere di 40 artisti invitati da tutto il mondo: opere che saranno dedicate agli alberi e all’infanzia, perché entrambi possiedono e vivono la vera purezza della vita.

Una iniziativa sulla scia di Joseph Beuys
L’obiettivo di questa iniziativa è stimolare i bambini a sviluppare una sensibilità che i grandi sembrano drammaticamente aver perso, aiutandoli a comprendere il valore immenso che ogni singolo albero rappresenta nel ristabilire la naturale armonia tra uomo e natura.

“Accorro in aiuto degli alberi in un momento pericoloso per la loro estinzione e per difendere un patrimonio paesaggistico, culturale e di memoria dal valore immenso” – sottolinea Salvatore Garau – “Può un albero diventare un’opera d’Arte Contemporanea? Si, se a deciderlo è un artista. Se poi quest’azione sarà compresa, condivisa o per niente accettata, poco importa: l’artista deve ‘fare’, perché solo così può aiutare l’uomo a capire l’inscindibile legame fra arte e vita in ogni suo forma; deve aiutare a pensare e a far ‘sentire’ l’insolito, a riflettere su ciò che fino a quel momento sarebbe stato inconcepibile. Ciò che vediamo senza riflettere è uno sguardo perduto”.
Nel giugno del 1982 l’artista tedesco Joseph Beuys, in occasione dei Documenta 7 a Kassel, dava vita alla sua opera più grandiosa e iconica con la messa a dimora della prima di 7000 querce. Quarant’anni dopo Salvatore Garau ha voluto fare un’azione altrettanto significativa salvando la vita a cinquanta enormi pini di appena sessant’anni (la vita media di un pino è di 150/250 anni): infatti, definendoli “Opere d’Arte” ha reso la pratica artistica un gesto collettivo di riconciliazione dell’uomo con la natura mostrando come l’arte possa evitare che l’uomo metta a repentaglio la stessa esistenza dell’umanità e della terra.
“Non ci sarà alcun intervento invasivo sugli alberi” – chiosa Salvatore Garau – “Sarebbe come intervenire sulla Pietà di Michelangelo. L’albero è già perfetto, solo un titolo è più che sufficiente a rivelare l’opera che già esiste. Un’azione poetica, la mia, per ricordare, ora più che mai, che l’uomo deve vivere in simbiosi con la natura e con se stesso”.