PERUGIA – Dal 6 luglio, in occasione del bicentenario di Antonio Canova, la città di Perugia propone un’esposizione-itinerario che si snoda tra Palazzo Baldeschi e il MUSA, Museo dell’Accademia di Belle Arti.
La rassegna, dal titolo “Al tempo di Canova. Un itinerario umbro”, curata da Stefania Petrillo, è incentrata sul nucleo dei gessi canoviani conservati al MUSA, tra i quali Le tre Grazie, donate dallo stesso scultore nel 1822, ma è anche concepita come un viaggio nel tempo, con oltre cento opere che racconteranno “le arti sorelle”. Scultura, architettura, pittura, anche nell’Umbria pontificia e napoleonica furono partecipi di quella «felice rivoluzione delle arti» che ebbe in Canova il protagonista assoluto.

Perugia, Fondazione Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”

Tra gli artisti presentati in mostra, insieme a Canova, Giuseppe Valadier, Vincenzo Pacetti, Carlo Labruzzi, Pietro Labruzzi, Cristoforo Unterperger, Abraham-Louis-Rodolphe Ducros, Stefano Tofanelli, Tommaso Maria Conca, Pietro Benvenuti, Vincenzo Camuccini, Jean-Baptiste Wicar, Tommaso Minardi, Giovanni Sanguinetti.
L’itinerario dell’esposizione – reale e ideale – avrà così piccole e grandi “stazioni di posta” intorno ad opere e protagonisti di una stagione culminata nel legame particolarmente influente che Canova ebbe tra il 1812 e il 1822 con l’Accademia di Belle Arti di Perugia, di cui orientò le scelte, appoggiando la nomina di direttori quali Carlo Labruzzi, Tommaso Minardi, Giovanni Sanguinetti.


Sette sono le sezioni tematiche in cui è suddivisa la rassegna: L’Umbria pontificia, La stagione napoleonica, Il paesaggio, Canova e l’Accademia di Belle Arti di Perugia, «Un’altra linea di bello»: verso il Purismo, Le incisioni, L’eredità di Canova.

La vera sorpresa della mostra arriva però da una delle opere lasciate in eredità all’Accademia dal fratellastro di Canova, Giovanni Battista Sartori, la colossale testa del cavallo, modello del monumento equestre a Ferdinando I di Borbone, una delle ultime opere del grande scultore, “riscoperta” in questa occasione: verrà esposta a palazzo Baldeschi in un inedito confronto con la testa del cavallo del Marco Aurelio, il calco fatto eseguire e preso a modello da Canova (oggi a Ravenna).

Per accedere alle due sedi espositive sono previsti due biglietti di ingresso distinti. Palazzo Baldeschi e il MUSA applicano una riduzione reciproca sui biglietti: il visitatore che si presenterà in una delle sedi della mostra con il biglietto dell’altra avrà diritto all’ingresso ridotto.
La mostra, visitabile fino al 1 novembre 2022, è corredata da un corposo catalogo edito da Aba Press, stampato da Fabbri Editore.